Gino D’eliso “Il mare” (1976)

Gino D’eliso “Il mare” (1976)

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Gino D’Eliso
“Il mare”, 1976 (Numero Uno)
Cantautorato

di Paolo Casisa

Per tutti gli anni ’70 anche in Italia il Progressive Rock attecchì moltissimo con centinaia di formazioni che si dedicarono a questo stupendo genere musicale. Capitò di sovente che alcuni cantautori vestirono le loro canzoni con affascinanti arrangiamenti in cui era riconoscibile l’impronta progressiva, sia nei suoni che nell’intenzione artistica. Uno dei cantautori con questa tipologia che merita di essere ricordato è il triestino Gino D’Eliso che nel 1976 pubblicò il suo album d’esordio intitolato “Il Mare”, i cui testi son di alto valore artistico. Affascinato dal lavoro multiforme di David Bowie, Gino D’Eliso iniziò l’attività musicale nel 1974 come disc jockey di Radio Capodistria e contemporaneamente lavorava alla scrittura di sue canzoni. L’etichetta discografica Numero Uno di Lucio Battisti e Mogol si accorse di lui e produsse il suo album d’esordio “Il Mare” in cui suonarono ottimi musicisti come Claudio Pascoli al flauto traverso, sax e tastiere e il bassista Paolo Donnarumma. Trieste è sempre stata città crocevia di culture, quella italiana che interseca quella asburgica ma anche quella slava. Negli anni Gino d’Eliso vivrà moltissimo nella ex Jugoslavia, e nasceranno anche canzoni purtroppo ispirate alle truci guerre di secessione di quella martoriata realtà. Uno dei suoi migliori brani è certamente “Carso”, avvolto in atmosfere decisamente progressive. In questo Album spiccano in realtà tutte le otto canzoni contenute: è un disco da ascoltare dall’inizio alla fine per capirne l’essenza. Vale comunque la pena di citare “Non è solo musica”, “Il palco è vuoto”, “I Santi sui muri”, “l’Orologio” e la stupenda canzone che dà il titolo all’album. Tra i curati arrangiamenti compare qua e là lo strumento principe del Progressive Rock inglese, ovvero il flauto traverso, tant’è che all’epoca qualche critico citò questo disco come una sorta di omaggio ai Jethro Tull di Ian Anderson.
Con i successivi 33 giri “Ti ricordi Vienna?” (1977), “Santi ed eroi” (1979) e “Cattivi pensieri” (1983) Gino D’Eliso si guadagnò l’appellativo di “Sovrano del Mitteleurock”. Le sue canzoni infatti risentivano del clima culturale della sua città di confine tra l’Europa del Nord e l’Europa dell’Est, per questo soggetta a influenze molto distanti dalla realtà italiana. “Il Mare” resta tuttora una valida testimonianza di particolare Canzone d’Autore italiana degli anni ‘70 in cui il Progressive Rock… ci mise lo zampino!

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