Settimanale di favole inedite a cura di M. Vittoria Grassi
Le favole di MVG
La principessa invidiosa
C’era una volta una bellissima principessa. Bionda, occhi azzurri, snella, amatissima dai suoi genitori, il re generoso e la regina Gentile, ma … Ecco c’era un grosso MA. Alla sua nascita, come spesso accade in tutte le famiglie, reali e non, c’era stata una gran confusione e ci si era dimenticati di informare ed invitare la proproproprozia Dispettosa, una vecchiaccia maligna che passava tutto il suo tempo a danneggiare il prossimo. All’età di 147 anni era ancora in grado di offendersi e di vendicarsi, per torti veri o inventati e così, quando la nuova bisbisbisnipote fu battezzata col nome di Angelica, Dispettosa non trovò di meglio che trasmetterle uno dei suoi malefici: le trasmise l’Invidia. Angelica crebbe dunque afflitta da una costante invidia per tutto e per tutti: se una damigella aveva un vestito nuovo, lei ne pretendeva due, se a tavola il re suo padre mangiava di gusto una bella coscia di pollo, lei ne voleva una più grande, se facevano un regalo alla regina lei cercava di impossessarsene … Era un tormento per tutti, e soprattutto per lei, che non aveva mai pace e si aggirava sospettosa per il castello cercando di scoprire qualcuno più felice o più fortunato. LA povera Angelica non aveva amiche o amici, i valletti e le damigelle la evitavano temendo di vedersi privare di qualsiasi cosa stimolasse la sua invidia, persino i suoi genitori erano costantemente rattristati nel vederla sempre scontenta e sospettosa. Furono chiamati a corte medici da ogni paese, per guarirla, ma inutilmente. Si pensò di ricorrere alla prozia Dispettosa per farle ritirare il maleficio, ma nel frattempo, all’età di 167 anni, Dispettosa era defunta, con gran sollievo di parenti ed amici. Fu quindi necessario emanare un bando in cui si prometteva addirittura la mano di Angelica a chiunque fosse riuscito a guarire la principessa dal suo brutto difetto. Passarono giorni e mesi e tutti ormai disperavano di vedere arrivare un rimedio quando si presentò al castello un giovane che trasportava un curioso carretto pieno di oggetti di ogni genere. “”Mi chiamo Eurisco, invento e guarisco; se c’è un problema Eurisco lo sistema: parlo poco e solo in rima ma la gente mi stima!”” L’aspetto del ragazzo piacque al re e alla regina (del resto avevano poca scelta) che gli spiegarono qual era il loro cruccio. “”Cosa spiegata presto curata!”” sentenziò Eurisco, che, dopo aver frugato nel suo carretto estrasse rapido un paio di occhiali e se li mise sul naso. Angelica, appena li vide, naturalmente li pretese per sè e li indossò. Non appena li ebbe inforcati le si dipinse in faccia un’espressione stupita più che mai gentile. Si guardò attorno, fece un inchino e disse:””Madre carissima, non mi ero accorta che foste vestita così dimessamente: vi darò subito il mio mantello nuovo e le mie scarpette da ballo col tacco! E a voi, caro padre, porterò subito una tisana calda e confortevole: mi sembrate pallido e un po’ sofferente!”” E, via di seguito: Angelica continuò a fare complimenti a tutti, a parlare con cortesia e a sorridere. I presenti, sbalorditi, si volsero a guardare con aria interrogativa Eurisco, che fu pronto a sentenziare:”” Questi occhiali son speciali, hanno lenti un po’ anormali: con lo sguardo ogni sua asprezza si trasforma in gentilezza!”” Da allora, naturalmente Angelica fu costretta (a volte con la forza) a portare sempre gli occhiali, e divenne la principessa più squisita e amata del reame. Certo a volte il marito, le toglieva le lenti dicendo:””Non pensare e non guardare, pensa solo a riposare”” e Angelica, che si era davvero affezionata al suo strano Eurisco, ubbidiva, borbottando talvolta cose come:””Mi piacerebbe avere quei bei guanti che vedo usare dal tuo valletto … Potrei?! “” e vedendosi immediatamente rimettere gli occhiali. Capitò poi che nacquero due figli, che però … Ma questa storia sarà per un’altra volta!!!
Immagine tratta da iltrabiccolodeisogni.it