Totò a fumetti, in occasione di Mantova Comics
Pareri Rudi-mentali (dell'28/2/09)
Avrei voluto oggi proporvi una considerazione sul concetto di comico nei fumetti; ‘comics’, appunto. Avrei voluto essere spiritoso, in linea con l’argomento; ‘comics’, appunto. Ma è difficile essere spiritosi se l’animo contempla i colori del tramonto; del resto, a volte, le vicissitudini sono ‘comics’, appunto.
Sarà oggi, quindi, una ‘footnote’. Non una narrazione a margine, non un pezzo critico, non una postilla. Una nota a piè di pagina, una di quelle note scritte in caratteri piccini che normalmente il lettore nemmeno guarda; sia perché a volte sfuggono, sia perché la ‘footnote’ non cambia la sostanza della composizione primaria; eventualmente aggiunge puntualizza o chiosa, ma il succo resta nel corpo del testo.
Comics quindi. Poiché i fumetti erano all’inizio sostanzialmente ‘comics’, ‘funnies’, roba fatta per ridere, il corpo del disegno era un’entità puramente funzionale al racconto e alle situazioni umoristiche.
Propongo oggi il film “La terra vista dalla luna” (terzo episodio del film “”Le streghe””, 1966) di Pier Paolo Pasolini. In questo cortometraggio il regista punta a realizzare un episodio liberamente poetico e comico, immerso in un ambiente picaresco e schivo all’ideologia (almeno in prima lettura). I protagonisti sono Totò, Silvana Mangano e Ninetto Davoli. PPP raccontava che non possedendo un linguaggio, uno stile per esprimere per iscritto, verbalmente, questo tipo di comicità, fu costretto a scrivere la sceneggiatura facendo dei fumetti. Cioè disegnando Totò e Ninetto nelle varie situazioni (vedi immagini). E sempre PPP consigliava di leggere i dialoghi del film pensando ai fumetti di Paperino.
Ne uscì una composizione surreale, una favola dalle origini popolari dai colori sgargianti con molte sequenze silenziose. Raccontare senza parole. Una sfida da mimo, che fu anche quella del cinema degli inizi. Il modello operativo di PPP, infatti, non potevano essere che le prime comiche di Chaplin, che erano mute.
Ma se il cinema è nato muto, per ragioni squisitamente tecniche, il fumetto è nato con le parole. Il fumetto è da sempre una rappresentazione del mondo integrata con i linguaggi paralleli del cinema, della moda e della pubblicità.
Le varie evoluzioni dei tanti settori del fumetto – dal fumetto popolare italiano all’avanguardia, dal nuovo fumetto americano al macchinismo dei manga giapponesi – hanno per centro non tanto il fumetto in sé quanto il suo ruolo nel contesto globale delle comunicazioni di massa.
E, per essere tale, la storia a fumetti ha bisogno essenzialmente di un il pool di personaggi, sapientemente dosato tra protagonisti e comparse, macchiette comiche, dark ladies e donne amabili. Proprio questo è riuscito a trasportare in pellicola PPP; oltre ai colori delle matite usate sulle ‘striscie’.
Trama moralista, forse, quella de “La Terra vista dalla Luna”. Ma certo diametralmente opposta da quelle più usuali quando si parla di trame di fumetto, spesso fatte apposta per incarnare il mito dell’ eroe americano sempre in ordine, sempre in grado di tirare un cazzotto per difendere i deboli e i giusti, tanto ribelle al tran-tran quanto deciso sostenitore dell’ establishment.
E diametralmente opposta è anche la morale del racconto di PPP, desunta dalla filosofia indiana. Ce la racconta, in chiusura, proprio con una vignetta scritta di suo pugno. «Morale: essere morti o essere vivi è la stessa cosa».
[r.favaro]
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Immagini, che potete ingrandire cliccando sulla miniatura: Gabinetto Vieusseux, Firenze