Obesità pediatrica: una piaga che aumenta

Obesità pediatrica: una piaga che aumenta

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Intervista al dott Franco Bontempi (29/4/11)

Ne è affetto 1 bambino italiano su 4

Gli obesi nel mondo sono saliti a 500 milioni e il numero di chi ha problemi di sovrappeso è raddoppiato in appena un trentennio, arrivando a interessare un adulto su dieci. I dati sono stati pubblicati recentissimamente dalla rivista inglese The Lancet e sono il risultato di un’analisi su numeri raccolti fra il 1980 e il 2008, finanziata dalla Fondazione di Bill Gates e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dall’Europa mediterranea fino al Giappone passando per gli Stati Uniti, nessun paese è immune dal “”contagio”” dell’obesità. La prevalenza dell’obesità in età pediatrica è quasi triplicata dagli anni ’70 ad oggi ed è considerata un importante problema di salute pubblica. Un bambino italiano su quattro, fra i 9 e i 12 anni è in sovrappeso con una forbice fra Nord e Centrosud: a Roma un maschio su tre e una femmina su cinque, al Nord un maschio su otto e una femmina su dieci.

Ospite questa settimana di Una mela al giorno, rubrica curata da Valeria Dalcore, è Franco Bontempi, responsabile dell’Ambulatorio di diabetologia e obesità pediatrica dell’Ospedale Carlo Poma.

L’obesità non è una colpa intesa come incapacità dell’individuo di controllare i propri impulsi, ma una malattia, dalle numerose cause, fonte di serie complicanze e mortalità precoce. Si può guarire da questa malattia? La risposta a questa domanda si avrà durante il convegno organizzato da Stefano Sardini, Direttore della Pediatria e Neonatologia di Asola, nella giornata di sabato 28 maggio presso la sala consigliare del Comune di Asola dove si ritroveranno esperti sull’argomentio, alcuni di fama internazionale come Giuseppe Chiumello, Professore Ordinario di Pediatria Direttore della Clinica Pediatrica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e Giovanna Weber, professore associato di Pediatria, responsabile unità funzionale, Pediatra con indirizzo in Endocrinologia pediatrica presso il Centro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Volendo trattare il problema nella sua complessità e nelle sue numerose sfaccettature saranno coinvolte nell’incontro numerose figure che vanno dal pediatra di base a quello ospedaliero, dalla dietista all’esperto di patologie dell’alimentazione, dalla neuropsichiatria infantile alla psicologa per finire con il chirurgo e che porteranno la loro esperienza in aiuto ai piccoli malati. L’iscrizione al convegno è gratuita ed è rivolta principalmente a medici di famiglia, pediatri di famiglia ed ospedalieri, neuropsichiatri infantili, psicologi, infermieri, dietisti. Il programma è pubblicato sul sito www.aopoma.it, sezione eventi.

L’obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale. Il fenomeno, denunciato a gran voce dai più autorevoli nutrizionisti è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo; in pratica si introducono più calorie di quante se ne consumano. L’obesità infantile ha comunque una genesi multifattoriale, essendo il risultato di diverse cause più o meno evidenti che interagiscono tra loro; in primo luogo una eccessiva/cattiva alimentazione, legata o meno a una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico/familiare; rari invece sono i casi di obesità legati ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali. Fin dalla gravidanza la madre in attesa che accumula soprappeso correrà il rischio di dare alla luce un neonato più grasso della media. Tra le conseguenze precoci dell’obesità le più frequenti sono rappresentate da problemi di tipo respiratorio (affaticabilità, apnea notturna), di tipo articolare, dovute al carico meccanico (varismo/valgismo degli arti inferiori, ossia gambe ad arco o ad “X”, dolori articolari, mobilità ridotta, piedi piatti), disturbi dell’apparato digerente, disturbi di carattere psicologico.

Per quanto riguarda le conseguenze tardive, occorre sottolineare che l’obesità infantile rappresenta un fattore predittivo di obesità nell’età adulta. Oltre ad avere una maggiore predisposizione al sovrappeso/obesità, la persona che è stata in sovrappeso già nell’infanzia, risulta maggiormente esposta a determinate patologie, soprattutto di natura cardiocircolatoria (ipertensione arteriosa, coronaropatie), muscoloscheletrica (insorgenza precoce di artrosi dovuta all’aumento delle sollecitazioni statico-dinamiche sulle articolazioni della colonna e degli arti inferiori, più soggette al carico), conseguenze di tipo metabolico (diabete mellito, ipercolesterolemia ecc), disturbi alimentari, fino allo sviluppo di tumori del tratto gastroenterico.

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