Potere e strategia politica a S. Benedetto Po nel medioevo
Pareri Rudi-mentali (25/7/09)
Il monastero di San Benedetto di Polirone godette sin dalla sua fondazione di grande importanza politica, strategica ed economica. Non solo perché sorse, agli inizi dell’anno Mille, in un luogo determinante per il controllo di merci e persone, quale era l’isola che si ergeva tra Po e Lirone.
Già dai primi anni della sua esistenza, voluta dalla famiglia dei Canossa, il monastero ebbe un grande numero di donazioni di terreni, castella e mansi, oltre che annessioni di altre strutture monastiche, divenendo in breve un grande centro di potere, con pertinenze non solo lungo tutta la penisola italica ma anche oltre le Alpi.
Inoltre, e la cosa non è da sottovalutarsi, la nomina dell’abate del monastero di San Benedetto era svincolata da Roma, non era cioè sottomessa all’autorità papale. Nei primi decenni la nomina dell’abate era prerogativa dei Canossa. Quindi, tanto per intenderci, i Canossa oltre alle loro proprietà e ai loro feudi, sui quali avevano un’influenza diretta, controllavano indirettamente anche tutti i territori polironiani.
Con Matilde di Canossa, nel 1077, avviene un notevole salto di qualità: San Benedetto passa sotto l’influenza del monastero francese di Cluny, la più grande abbazia di tutto il medioevo, e che rappresentava forse la principale forza politica ed economica europea, insieme con il Papa e l’imperatore del Sacro Romano Impero.
Ponendo Matilde il monastero di San Benedetto sotto la protezione di Cluny, e lasciando a Cluny la nomina diretta del suo abate, Polirone divenne di fatto il più grande centro cluniacense in Italia e l’avanguardia in val padana della sua potenza, con diretto controllo sui principali snodi viari, ponti, valichi e sbocchi al mare.
Risale a questo periodo il grande impianto di fabbrica di San Benedetto Po, costruito intenzionalmente, nei disegni pianta, come copia del complesso di Cluny.
L’ultimo spunto che vi voglio proporre è spesso sottovalutato o poco noto agli storici medievali, soprattutto per scarsità di documenti d’archivio, ma rappresenta un dato cruciale per l’ulteriore ampliarsi del potere di Polirone nell’ultima parte del medioevo. Una nuova grande fase di acquisizione di pertinenze arriva dopo la soppressione dell’ordine dei Templari nel 1314. E’ infatti stupefacente per lo storico accorgersi che un numero considerevole di luoghi che furono di proprietà dei Templari sino alla soppressione dell’Ordine diventano nel giro di pochi anni gestiti da frati benedettini che fanno capo a San Benedetto di Polirone. Una vera e propria rivincita dei benedettini cluniacensi, che per qualche tempo soffrirono lo smacco di dover cedere ai Templari l’onore di essere l’ordine monastico più ricco della cristianità.
Per concludere vorrei farvi notare che queste vicende del Polirone medievale non sono per nulla diverse dalle dinamiche economiche e finanziarie dei nostri giorni: l’impresa che nasce cresce ed ha successo (il monastero dei Canossa) viene spesso assorbita dal grande gruppo (Cluny) che, come un avvoltoio, è lì sempre pronto a trar profitto dai fallimenti altrui (l’Ordine del Tempio).
Con questo vi saluto e vi do appuntamento alla prima settimana di settembre, con la quale inizierà una nuova stagione di pareri rudi-mentali.
[rudy favaro]
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Immagine: Miniatura tratta dall’opera di Donizone “”Vita della Contessa Matilde di Canossa””, raffigura Enrico IV, scomunicato da Gregorio VII, che richiede l’intercessione a Matilde di Canossa. A sinistra l’abate di Cluny, Ugo il Grande (1049-1109). Miniatura del XII secolo.