Le origini dei festeggiamenti del Giovedì Grasso
Selezione di Almanaccando 13/14
Questa settimana scatta il conto alla rovescia che ci porterà alla fine del Carnevale, concentrando a partire dal prossimo giovedì, giovedì grasso, l’apice dei festeggiamenti.
Ma qual è l’origine del giovedì cosiddetto “grasso”? Pare che tutto sia nato a Venezia, una delle città simbolo del Carnevale.
Il Giovedì Grasso era una festa celebrativa di un’importante vittoria della Serenissima Repubblica contro Ulrico, patriarca di Aquileia e devoto dell’imperatore. Siamo intorno alla metà del 1100. Sconfitto l’esercito di Ulrico e condotto egli a Venezia, per intercessione del Papa fu rilasciato. Venezia chiese però come risarcimento che ogni anno, per l’ultimo giovedì di Carnevale, il Patriarca di Aquileia mandasse ai veneziani un toro e dodici maiali ben pasciuti.
Gli animali venivano quindi accolti come prigionieri e condannati a morte mediante decapitazione da un vero magistrato e la sentenza veniva pubblicamente eseguita in piazza San Marco. Tale onore era affidato alla Corporazione dei fabbri, assistiti da quella dei macellai che poi li macellavano per tutto il popolo veneziano, dal nobile al condannato.
Da questa tradizione nasce anche il detto “tagliare la testa al toro” (che significa togliere di mezzo gli ostacoli, risolvere in maniera definitiva un problema), poiché con il taglio netto della testa del toro era posta la fine dello spettacolo.
L’intera faccenda continuò fino al 1420 (data di estinzione del potere temporale dei patriarchi di Aquileia) ma, nonostante il tributo in animali non venisse più versato, la Serenissima continuò a fornire porci e tori per il divertimento popolare.
Quanto all’origine e significato della parola “Carnevale” esistono più ipotesi, tra loro contrastanti. Secondo una lettura deriverebbe dal latino medievale “Carni levamen”, che significava “sollievo alla carne” e dunque libertà temporanea concessa agli istinti più elementari. Vi è anche chi avanza un’altra ipotesi, che Carnevale derivi da “Carnem levare”, “”eliminare la carne””, poiché subito dopo questi giorni scatta il periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. In ogni caso, qualsiasi sia l’interpretazione corretta, il Carnevale è un momento dell’anno che ha a che fare con la carne e la carnalità, in tutte le sue sfaccettature.
[rudy favaro]