Clash “Sandinista” (1980)

Clash “Sandinista” (1980)

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Disco Base scelto e commentato da Paolo Belli

Ascolta il Disco Base della settimana

1. CLASH "The Magnificent Seven"
2. CLASH "Rebel Waltz"
3. CLASH "Police On My Back"
4. CLASH "The Call Up"
5. CLASH "Washington Bullets"

discobase-fb-logoSe London Calling ha rappresentato per i Clash la scoperta del rock’n’roll e le sue radici, fino ad un paio d’anni prima negati dal punk, con le 36 canzoni di “Sandinista!” il gruppo di Joe Strummer e Mick Jones prendeva coscienza del proprio ruolo di paladini del rock più impegnato e cosmopolita.
In soli quattro anni i Clash sono passati dal ruolo di paladini del punk più ruvido e stradaiolo a raffinata rock band con una visione musicale a 360 gradi che solo i Beatles in passato hanno avuto. Lo shock è già evidente fin dalle prime note: il Rap di The Magnificent Seven scava un solco profondo fra i vecchi e i nuovi Clash, con il basso funky di Paul Simonon e il beatbox di Topper Headon a sostenere un poderoso groove dove le chitarre sono letteralmente sotto traccia (che grande Mick Jones…) e il rauco Joe Strummer assolutamente a proprio agio su questo Rap fantastico. Il pezzo suscitò polemiche a non finire fra i fan irriducibili della prima ora che decretarono la morte musicale dei Clash proprio alla luce di questo brano.
Ma questo era solo l’inizio, visto che anche nella successiva Hitsville U.k. le sorprese non erano che all’inizio: una grande melodia di Mick Jones a sostenere la splendida voce di Ellen Foley (sua fidanzata, all’epoca) contrappuntata dalle bellissime tastiere di Mickey Gallagher sul solidissimo tappeto ritmico di Paul e Topper, per la prima volta determinanti nella realizzazione dei pezzi.
E poi il reggae, forse il genere nel quale i Clash hanno dato il meglio, che fosse un pezzo loro originale (One More Time, con coda dub…), oppure quando si trattava di riprendere un oscuro standard giamaicano (Junco Partner, pure questo revisitato assieme a Mickey Dread.
Non poteva mancare una spruzzata rockabilly su The Leader o visioni post-Sgt Pepper’s su Something About England.
E il Punk, l’antico credo? Sotterrato sotto arrangiamenti raffinatissimi in Somebody Got Murdered, con le chitarre quasi sussurrate…
E poi il soul, il funky, il R’n’B, in pratica tutto lo scibile musicale dell’epoca visto attraverso l’occhio attentissimo dei Clash.
Ovviamente tutto questo ben di Dio senza tralasciare l’impegno dei testi (The Call Up, Washington Bullets) per cause nobili che hanno sempre posto il gruppo su un livello nettamente superiori alle bands loro contemporanee.
A confermare la coerenza di Strummer e soci anche la lunga battaglia del gruppo per pubblicare “Sandinista!” al prezzo di un album singolo. La critica inglese accolse molto tiepidamente questo capolavoro accusando i Clash di usare la politica per vendere dischi, salvo poi ricredersi anni dopo elevando questo album così complesso al giusto rango, cioè fra le opere più ambiziose e riuscite della musica rock, vero e prorio testamento di una band irripetibile con una coerenza ed un’etica che li ha messi al riparo da qualsiasi contestazione. Il non essersi mai riformati, nonostante le sirene miliardarie, non fa che confermare la loro leggenda, la leggenda delle Meraviglie Di Westway…

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Oltre a vicepresiedere come si conviene a un vicepresidente, ci guarda dall'alto dei suoi 192 cm. La foto non tragga in inganno.