Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
Il 24 gennaio del 1935 la programmazione radiofonica del Regno d’Italia trasmetteva la lezione di geografia coloniale. Seguendo le indicazioni della voce della radio, gli alunni delle scuole elementari dovevano disegnare la linea dell’avanzata militare dell’esercito in Africa Orientale e appuntare poi sulle cartine appese ai muri le bandierine italiane sui nomi delle città conquistate. Una sorta di “”unisci i puntini”” fatto alla radio, con ambientazione militaresca. L’Italia, infatti, sta preparando proprio in quel mese di gennaio del ’35 la conquista dell’Etiopia. Un po’ per la credibilità a livello internazionale. Un po’ per dimostrare che anche l’Italia ce l’ha lungo e può essere una grande potenza coloniale. Un po’ anche per l’orgoglio nazionale del governo fascista. Così l’Etiopia, unica zona africana ancora non conquistata da nessuna nazione europea (un motivo ci sarà pur stato!), comincia a essere raccontata dalla propaganda come l’Eldorado per invogliare gli italiani a partire e cercare lì il loro posto al sole. Dai microfoni dell’EIAR i bambini si sorbiscono storie inventate che raccontano di fanciulli dalla pelle nera che, abbandonati alla miseria, venivano salvati dai soldati italiani. E un esercito di piccoli balilla comincia a sognare di combattere nel Corno d’Africa. Per anni hanno raccontato che il nostro è stato un colonialismo buono, che abbiamo portato le strade e le scuole, che abbiamo liberato dalla schiavitù la bella faccetta nera. In realtà fu un colonialismo violento quanto gli altri. Iniziato con delle trasmissioni radio da far sentire ai ragazzini delle elementari; mentre molti maestri e maestre avrebbero forse voluto spegnerla quella radio, ma non potevano.
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