Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
Il 28 gennaio dell’anno 1077 l’imperatore Enrico IV è finalmente ricevuto da papa Gregorio VII. Aveva dovuto attendere tre freddi giorni e tre gelide notti a Canossa, sotto al castello di Matilde, prima che la porta gli venisse aperta. Mentre all’interno la Contessa e il Papa se la spassavano. I pettegolezzi su una presunta relazione amorosa e sugli ambigui rapporti tra questi due, la contessa Matilde e il papa Gregorio, andarono avanti per secoli. Forse la nobildonna nell’affascinante papa-condottiero non vedeva soltanto il Santo Padre. Di certo c’è che, nelle lettere che Gregorio scrive a Matilde, lui la definisce la “”figlia prediletta”” o, meglio “”la più cara e fidata””. Più volte le ribadisce quanto sia forte l’amore che lo unisce a lei e quanto lei gli ricordasse certe donne della Bibbia che paiono “”rapite da straordinario impeto amoroso””. Durante il pontificato di Gregorio, Matilde visse – così racconta il monaco Lamperto di Hersfeld – «in una sorta di stato vedovile», tenendosi di continuo «al fianco del papa, in qualità di inseparabile accompagnatrice, onorandolo con straordinaria dedizione e ad accordargli con zelo i suoi servizi, come a un padre o a un padrone; non poté sfuggire il sospetto di un amore illecito e si sparse ovunque la voce che Gregorio si voltolasse spudoratamente giorno e notte tra le braccia di Matilde, e che lei fosse così presa dall’amore segreto per quel papa da rifiutare, dopo la perdita del primo marito, un secondo matrimonio». Ancora nell’Ottocento la loro relazione era fonte di dicerie. Così il poeta tedesco Heinrich Heine descrive cosa vedeva l’imperatore mentre attendeva fuori dal castello: «Dalla finestra vedi due ombre spuntare, e il chiaro di luna riluce, sul cranio di Gregorio e sui seni di Matilde».
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