Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
Nel 1977 il 1° febbraio è un giorno importante per la Rai: la televisione di stato italiana comincia a trasmettere interamente a colori. Non è che sia un gran risultato. Quello che succede è solo un’azione che colma un eclatante ritardo storico. Nel resto d’Europa trasmettevano a colori già da dieci anni. Ma qui siamo abituati a questo, succede spesso. Arriva un’innovazione e subito, a contrappunto degli annunci ufficiali, qualcuno dice sempre: nel resto del mondo questa cosa esiste (o la fanno) già da anni. In ogni caso, torniamo alla televisione. Tutto l’immaginario popolare che fino a quel momento viaggiava tra il bianco e il nero, passando dalle gradazione di tutti i grigi possibili, diviene ufficialmente colorato. Qualcuno sostiene che prima, col bianco e nero, c’era più fascino perché nel piccolo schermo non arrivavano i colori della realtà. Romantica considerazione che, però, non giustifica un decennio di ritardo tecnologico. Comunque la televisione si colora. Finalmente si vedono le tinte delle maglie delle squadre di calcio. Prima non era così scontato riconoscere le divise al primo colpo d’occhio. E si vedono pure i colori dei vestitini delle soubrette e dei parrucchini di certi conduttori. I completi a un petto o a doppiopetto delle tribune politiche, invece, sono rimasti grigi. Ma quella è un’altra storia.
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