Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
Il 5 febbraio del 1962 è un giorno di speranza per la popolazione algerina: il presidente francese Charles De Gaulle annuncia la prossima fine dell’esperienza coloniale. Nel paese c’è ancora la guerra e il cessate il fuoco arriverà di lì a pochi giorni. Per gli algerini si avvicina il momento del riscatto e del sogno di un paese libero. Tra chi è pronto a esultare c’è anche un gruppo di ragazzi che hanno voltato la faccia ai soldi, a una vita comoda nelle città francesi, alla carriera e a posizioni sicure. Sono una decina, fanno i calciatori e fino a poco prima giocavano nel campionato francese, alcuni anche in nazionale. Poi, un giorno del ’58, decidono di sparire, mollare le loro squadra e relativi ingaggi, per giocare con la maglia della nazionale algerina, la nazionale di un paese che ancora non esiste: maglia verde con banda bianca, calzoncini bianchi, calzettoni verdi. Gireranno il mondo per quattro anni ospiti di tutti i paesi non allineati. I più bravi si chiamano Makhloufi, Kermali, Tifour e Zitouni, tanto forti da battere nazionali affermate: storico il 6-1 inflitto alla Jugoslavia. Riempiono gli stadi di mezzo mondo, nonostante la FIFA avesse minacciato sanzioni contro qualunque squadra che avesse deciso di giocare contro questi eroi della nuova Algeria. Un po’ sognatori e un po’ rivoluzionari come quei giocatori che si vedono dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.
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