""La qualità della didattica non è in discussione""
Parla il Pro Rettore dell'UniBrescia
Nella nostra città da anni si lavora per creare un polo universitario mantovano che però finora dipende dalle sedi distaccate
di altri atenei, tra cui spicca per importanza e numeri quello di Brescia. E’ l’Università degli Studi di Brescia infatti, in convenzione con l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma,
ad offrire i corsi di laurea delle professioni sanitarie frequentati ogni anno da centinaia di studenti mantovani e non. Parliamo dei corsi di laurea di infermieristica, radiologia, educazione professionale e fisioterapia. Perchè soffermarsi su questi corsi? Perchè da alcune settimane è scoppiata una bufera sull’annuncio dell’università di brescia di voler metter mano ad alcuni corsi delle sedi distaccate. Le notizie apparse sui giornali parlano continuamente di chiusura ma l’ateneo bresciano al momento ha ufficialmente parlato di “”complessiva riorganizzazione dei corsi di laurea professionalizzanti”” e di eventuale potenziamento della didattica a distanza, tramite collegamento web per intenderci.
I consiglieri regionali Carra e Fiasconaro, rispettivamente del PD e del M5S, da tempo portano avanti una battaglia per evitare la chiusura di corsi di laurea che nel 70%
dei casi danno ai laureati un’occupazione entro 12 mesi. Alcuni giorni fa proprio il consiglio regionale lombardo ha approvato all’unanimità una mozione che invita
la giunta ad attivare tutte le iniziative possibili per scongiurare la chiusura di tali corsi.
Ma per capire meglio come si sta muovendo l’università di brescia abbiamo interpellato il Pro Rettore Vicario dell’Università degli Studi di Brescia, Professor Daniele Marioli.
Che ribadisce: “”A Mantova non chiude niente, si cambiano modalità. Alcuni giorni fa si sono prospettate diverse soluzioni col Direttore Generale Stucchi, ma non ne posso ancora parlare””. Marioli non esclude che per alcuni corsi di laurea Mantova rimanga sede anche se il problema della sostenibilità della docenza rimane di difficile soluzione.
[Lorenzo Pirovano]