Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
È il 14 aprile 1950 quando gli italiani sentono per la prima volta nominare “”Rosabella””, l’ultima parola che Charles Foster Kane, il protagonista di “”Quarto potere””, pronuncia nel momento della sua morte. È in quel giorno infatti che nei cinema d’Italia esce il film di Orson Welles, il film per antonomasia, un capolavoro che molte classifiche propongono come il miglior film di tutti i tempi. Welles girò il film nel 1940, all’età di soli 25 anni, e lo intese come sfida temeraria lanciata contro l’onnipotente William Randolph Hearst, proprietario di ventotto giornali, stazioni radio e altro, asserragliato con la giovane amante nel favoloso castello californiano di San Simeon. Pare che Hearst abbia tentato tutte le vie per indurre i padroni di Hollywood a boicottare quella pellicola che gli toglieva il sonno; mentre il giovane Welles riuscì a convincere gli azionisti della società produttrice a resistere all’intimidazione in un discorso che rivolse loro a New York: “”Il mio film è un’opinione. Volete negare il mio diritto a esprimerla proprio mentre Hitler in Europa sta facendo quello che fa contro la libertà di parola?””. A questo conflitto di personaggi potrebbe venire la tentazione di mettere dei nomi nostrani. Del resto, pur sapendo bene che Arcore non è San Simeon, una sorta di sorridente Hearst all’italiana ce l’abbiamo eccome. Quello che purtroppo manca è un nostrano venticinquenne in grado di trasferire la battaglia delle idee in un capolavoro all’altezza di “”Quarto potere””.
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