Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
Antonio Meucci era uno che non si accontentava di fare solo lavoretti casalinghi e di bricolage per passare il tempo. Si divertiva anche a inventare. Così nella sua vita ha brevettato candele steariche, oli per vernici e pitture, ricette per bevande frizzanti e sughi per pastasciutta, e un composto cellulosico di qualità per risme di carta lisce e bianchissime. Poi capita che la signora Meucci non stia bene e che il marito abbia necessità di comunicare con la sua stanza da letto, al piano di sopra. Nasce così il primo telefono, il teletrofono. Brevettarlo gli sarebbe costato 200 dollari, ma tutti quei soldi Meucci non li aveva. Nello stesso periodo c’è anche un tale Alexander Graham Bell che sta facendo esperimenti simili al teletrofono. E quei 200 dollari li aveva. Si aggiudica pertanto il brevetto del telefono e, sulla base di questo, costruisce la più grande impresa telefonica degli Usa (la Bell Company) e si fa considerare per oltre un secolo l’effettivo inventore del telefono. A nulla valse la causa intentata a suo tempo dallo stesso Meucci che, senza soldi e per giunta italiano, non poté fare molto contro Bell. Dopo la sua morte ci fu però chi portò avanti la sua battaglia di principio, finché l’11 giugno 2002 il Congresso Americano ha messo fine a questa querelle secolare, riconoscendo con una risoluzione la paternità dell’invenzione del telefono ad Antonio Meucci.
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