Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
C’è un canto delle mondine di inizio ‘900 intitolato “”Le otto ore””. I versi iniziali dicono così: “”Se otto ore vi sembran poche provate voi a lavorar e capirete la differenza tra lavorare e comandare””. Un grido per rivendicare un orario giornaliero di fatica più umano. Dovettero cantare a lungo le mondine prima di essere ascoltate. La loro voce venne recepita inizialmente oltreoceano, negli Stati Uniti, dove il 19 giugno del 1912 venne istituito un limite orario della giornata lavorativa a 8 ore. Otto ore di lavoro, otto di sonno e otto di tempo libero, questo il progetto che ha animato per un secolo le rivendicazioni dei lavoratori di mezzo mondo dall’Unione Sovietica all’America, passando per l’Europa. In Italia ci siamo arrivati nel 1923 ma, creata la regola, l’immaginario ha subito messo a punto la sua trasgressione. Oggi le otto ore paiono addirittura cosa d’antiquariato, con un esercito di liberi professionisti (che di fatto sono dipendenti di un’unica azienda) senza un orario fisso. Negli anni qualcuno ha cercato anche di ridurre ulteriormente il monte ore: lavorare meno per lavorare tutti. Ma senza successo: le 8 ore ormai hanno un valore simbolico troppo forte. Così bisogna organizzarci come nell’ufficio di Fantozzi, dove avevano appeso dei manichini che ruotavano nella stanza per simulare un certo attivismo mentre i dipendenti in carne ed ossa stavano fuori dall’ufficio.
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