Scelto e commentato da Gianluigi Castagna, volontario
Ascolta il Disco Base della settimana
1. LE ORME "Una Dolcezza Nuova"
2. LE ORME "Gioco Di Bimba"
3. LE ORME "La Porta Chiusa"
4. LE ORME "Figure Di Cartone"
5. LE ORME "Alienazione"
Dopo la buona prova dell’anno precedente, nel 1972 Le Orme ritornano con “”Uomo Di Pezza””; album in cui le composizioni si comprimono sia a favore di una maggiore incisività che per evitare la famosa trappola del progressive: i virtuosismi fini a se stessi che, alla lunga, risultano sfibranti per l’ascoltatore.
””Uomo Di Pezza”” può essere definito come l’album della prima maturità artistica del gruppo veneziano, difatti qui convergono le migliori intuizioni d’avanguardia del primo periodo con la forma canzone classica, che il gruppo sa rendere quanto mai elastica seppur entro i suoi rigidi schemi.
L’apertura è affidata ad uno dei pezzi più celebri del terzetto: Una Dolcezza Nuova, in cui l’hammond domina l’apertura prima di lasciare spazio ad un pianoforte malinconico e delicato che accompagna le solite carezze vocali di Aldo Tagliapietra. Gioco Di Bimba è semplicemente un sogno ad occhi aperti, fragile e delicato, con una melodia di tastiera davvero azzeccata. La traccia seguente, La Porta Chiusa, rappresenta uno dei maggiori picchi creativi della band dove patos, inquietudine e solennità si sentono fluire sotto la pelle durante l’ascolto, per non parlare di un gusto ricercatissimo nelle melodie e negli arrangiamenti del pezzo. In Breve Immagine si alternano una tastiera onirica in cui si tuffa la solita stupenda voce ed un ritornello molto trascinante ed emozionante, in cui ancora una volta le note di tastiera di Tony Pagliuca sanno toccarti nel profondo dell’anima.
Nella seguente Figure Di Cartone la chitarra acustica riveste un ruolo primario, con l’ausilio di un ritmo di batteria davvero trascinante, prima di un lungo assolo di tastiera. Anche in questo pezzo prevale una sensazione onirica, consolidata anche dalla preziosità del testo. Aspettando L’Alba evoca immagini lontane nel tempo ma vicine nella memoria, in cui la malinconia e la partecipazione emotiva assumono aspetti quasi reali grazie alla superba interpretazione del solito Aldo. L’ultima traccia, Alienazione è il risveglio dal sogno, il tremendo confronto con la realtà, la sensazione d’impotenza dinanzi all’irrealizzabilità dei sogni migliori con la conseguente alienazione da tutto; da tutto ciò ne scaturisce un pezzo strumentale a tratti davvero agghiacciante e comunque veramente angoscioso.
Di certo questo tipo di composizioni non sono mai state una consuetudine per il gruppo, ma ciò rende ancora più completo quest’album.
Come già esposto in precedenza, l’elemento principale che lega i vari pezzi è il sogno come strumento per evocare immagini e scene da un mondo, purtroppo, per sempre perduto. “”Uomo Di Pezza”” ti prende per mano nel labirinto onirico e ti culla nel tepore delle sue note con eleganza e delicatezza inumane, prima del gelido risveglio.
Se cercate un approccio a questo gruppo fatelo con quest’album, ne rimarrete semplicemente estasiati…
g.m.