Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare
Almanaccando
Il 18 luglio 1914 nasce a Ponte Ema, nei pressi di Firenze, una leggenda del ciclismo italiano: Gino Bartali. Una carriera ventennale, costellata di vittorie: tre Giri d’Italia e due Tour de France, accanto ad altri traguardi tagliati negli Trenta e Quaranta. Uno scalatore instancabile, amato per le sue doti ma anche per il suo carattere, semplice, schietto, vicino alla gente comune che si affollava sui percorsi delle gare per incitarlo, applaudirlo, sostenerlo. E la sua, è anche una leggenda alimentata dalla rivalità con l’altro campione del periodo, Fausto Coppi, che divise la tifoseria italiana nel Dopoguerra, regalando al paese una stagione di sfide indimenticabili. Gino Bartali, detto anche “”Ginettaccio”” per quel carattere un po’ spigoloso, tra il 1943 e il 1944 salvò oltre 800 persone con un mezzo che conosceva bene: la sua bicicletta. Nell’autunno del ’43 iniziò a trasportare documenti falsi da Assisi, dove c’era una stamperia clandestina, al vescovo di Firenze che poi li distribuiva agli ebrei per farli espatriare. Percorreva 185 chilometri avanti e indietro in un solo giorno: se fosse stato scoperto sarebbe andato incontro alla fucilazione. Dopo poco venne arrestato dalla polizia fascista, ma nessuno ispezionò la sua bicicletta: grazie a questa ‘dimenticanza’ il campione si salvò. Nel 2006 gli è stata conferita alla memoria la Medaglia d’oro al valore civile e nel 2013 gli è stata assegnata dallo Stato di Israele l’importante onorificenza di Giusto fra le Nazioni.
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