L'ansia del futuro dei genitori con disabili
Buon giovedì
Questa mattina non trovo aggettivi da aggiungere al consueto saluto.
Devo, e voglio parlare di un padre 88enne che mentre la moglie è in ospedale sopprime un figlio disabile (51enne) e poi, dopo aver scritto un biglietto di scuse si toglie le vita esso stesso.
E’ il dramma che colpisce chi ha figli disabili, che, pensando al futuro della persona che ha accudito e protetto tutta la vita, si rende conto, di colpo, che la natura gli sta togliendo le forze per continuare ad accudire e proteggere.
Proprio l’ansia del futuro, come dice molto bene la direttrice sanitaria della Casa del Sole, è quella che fa scattare la molla della disperazione che qui è arrivata al gesto estremo ma che è presente in tutti i genitori che da una vita accudiscono il loro figlio o figlia e che pensano che solo loro lo sanno fare immaginando un futuro nero quando non ci sono più o non potranno più occuparsene.
Inutile giudicare il gesto di questo padre, non porta da nessuna parte, l’unica cosa da ricercare è potenziare o creare, la dove non ci sono, strutture che pensino a chi è più debole ma anche a chi vive in fianco di chi la debolezza se la porta appresso per tutta la vita e in ogni secondo della giornata.
E’ l’unica risposta umana, che ha futuro, e che può placare in parte, l’ansia da abbandono.
A risentirci domani. Grazie
@robertostorti