I danni delle incertezze legislative
Buon martedì assembleare
Le assemblee non sono un pranzo di gala.
Se ne sono accorti i relatori intervenuti l’altra sera a Campitello per discutere di nutrie.
O si diceva ciò che i 400 astanti volevano sentirsi dire o si era fischiati.
Non era una assemblea per capire, era una assemblea per pretendere e da pretendere, contro le nutrie e il legislatore distratto, gli agricoltori, hanno diverse ragioni ma scarso garbo.
Le nutrie, per il nostro legislatore, sono una specie variabile.
Prima toponi e talpe poi selvatiche, ora da definire e, in attesa della definizione, i piani della Provincia per ridurle e combatterle devono essere fermati, perché il futuro dipende proprio dalla definizione che ne verrà data, definizione che ha, come sempre, risvolti economici.
Se saranno paragonate a toponi si avrà un certo trattamento, se ridefinite selvatiche, come erano sino a qualche giorno fa, si avrà diritto al rimborso, abbattendole; nel limbo attuale, tutto rimane fermo eccetto i loro accoppiamenti che producono 15 piccoli a volta ogni due mesi e cioè 90 nuovi esemplari all’anno, portando la popolazione delle nutrie, nella nostra provincia,a livelli allarmanti.
All’assemblea di Campitello c’erano tutti i soggetti politici (si voterà in primavera, da quelle parti) mancava solo il legislatore insicuro, che demanda tutto a Ispra, (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) fantomatica sigla per la maggior parte degli astanti e non solo.
A risentirci domani. Grazie
@robertostorti