Carole King “Tapestry” (1971)

Carole King “Tapestry” (1971)

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In onda tutte le sere alle 20e15 - 22e15 - 00e15

Ascolta il Disco Base della settimana

1. CAROLE KING "I Feel The Earth Move"
2. CAROLE KING "So Far Away"
3. CAROLE KING "It's Too Late"
4. CAROLE KING "You've Got A Friend"
5. CAROLE KING "Feel Like A Natural Woman"

discobase-fb-logoLa newyorkese Carole King è una delle grandi antesignane del cantautorato al femminile. Talento puro fin da bambina (a quattro anni inizia a suonare il piano e al liceo forma il suo primo gruppo, i Co-Sine) mostra una peculiare inclinazione per il songwriting, che la spinge a scrivere canzoni malinconiche e intimiste. Un fatto che oggi può apparire persino ovvio. Ma all’epoca fu forse la prima. Per tutti gli anni Sessanta canta in coppia con il marito Gerry Goffin. Ragazzina prodigio dalle tante amicizie e amori (Paul Simon, James Taylor, Neil Sedaka che nel ’59 le aveva dedicato la celebre “Oh! Carol”), arriva alla soglia dei trent’anni senza aver ancora colto il frutto del suo talento. Colpa soprattutto della sua ritrosia cronica, che la paralizza nelle esibizioni dal vivo.

È nel 1971, con “Tapestry”, che questa timida figlia dei fiori newyorkese si impone sulla scena internazionale, rivelando una voce limpida e una delicata sensibilità, unite a uno spirito decisamente utopista in linea con i tempi. L’album diventa il numero uno delle classifiche negli Stati Uniti e resta nelle charts per oltre sei anni. Merito del fascino immortale di ballate come “You’ve Got A Friend”, malinconico inno all’amicizia riportato al successo anche da James Taylor, “It’s Too Late”, struggente manifesto musicale della generazione Settanta, “(You Make Me Feel Like) A Natural Woman”, classico soul-rock interpretato da Aretha Franklin, “So Far Away”, lento d’atmosfera dal fascino irresistibile. A dare più ritmo al disco sono invece il pop-rock serrato di “I Feel The Earth Move” e il soul contagioso di “Way Over Yonder”. Carole King si dimostra non solo autrice di razza, ma anche performer, capace di donare un tocco elegantemente jazzy alle sue composizioni.

Anche grazie a questo disco, il cantautorato confessionale si trasforma in genere popolare e le donne del rock trovano finalmente un modello da seguire. Un riferimento che resterà vivo anche per la nuova leva delle cantautrici intimiste di fine secolo: Suzanne Vega, Tori Amos, Natalie Merchant, Fiona Apple, Sheryl Crow.

Con Carole King, come con Janis Joplin, si celebrano la rivoluzione sessuale, i grandi sogni dei 70, gli ideali della “Woodstock Generation”. Ma tutto è più sfumato, tenero, aggraziato. Attraverso il disagio che traspare dalle sue canzoni, la cantautrice newyorkese mostra tutti segni di un carattere acerbo e introverso, che non reggerà molto a lungo allo “stardom”. “Tapestry” rimarrà infatti l’apice del suo successo. Un successo straordinario. Ha venduto venti milioni di copie in tutto il mondo. Si è aggiudicato quattro Grammy: miglior album dell’anno, migliore canzone (“You’ve Got A Friend”), migliore composizione dell’anno (“It’s Too Late”), come migliore interprete femminile. E le sue canzoni sono state riprese da artisti come James Taylor, Quincy Jones, Rod Stewart, Bee Gees, Manhattan Transfer, Aretha Franklin e Monkees.

Claudio Fabretti (Ondarock)

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Oltre a vicepresiedere come si conviene a un vicepresidente, ci guarda dall'alto dei suoi 192 cm. La foto non tragga in inganno.