La maledizione delle ciclovie
Buon giovedì definito
Pure essendo Mantova uno dei crocevia delle più importanti ciclabili europee, penso che si possa dire che ci perseguita la maledizione delle ciclovie.
Prendete quella che dovrebbe portarci dalla città alla Ies.
In parte è costruita con ponti in metallo che superano la diga, ma rimane chiusa perché c’é un contenzioso aperto con la ditta costruttrice. L’ultimo tratto, ancora da costruire, invece, è fermo perché passerebbe nell’area SIN (Sito di Interesse Nazionale) con probabile e quasi certo sottosuolo “avvelenato” e quindi costruzione bloccata.
Se poi passiamo da questa ciclabile a quella che unisce Mantova con Peschiera, ciclabile invidiabile come percorso, ma non manufatto, c’é da piangere.
Ho già parlato dei ponti in legno riparati con lastre di ferro che non risolvono, e ora vi parlo di 16.000, ripeto sedicimila (scritto in lettere oltre che in cifre) pianticelle messe a dimora in fianco alla pista, piante che in parte si stanno seccando, perché nessuno le innaffia e nessuno si sente in dovere, di doverlo fare.
Quelle pianticelle, ci sono costate 77.000 euro dati dalla Regione, utilizzando ovviamente le addizionali che paghiamo alla Lombardia, alla Provincia e al Parco del Mincio per ampliare il corridoio di biodiversità oltre alla possibile, futuribile, ombreggiatura.
Nessuno sa dire chi deve fare manutenzione e infatti, nessuno la fa e, conseguentemente, le pianticelle più deboli, come vuole la legge di natura, si seccano.
Mi sembra impossibile che non ci sia, tra le varie carte, chi deve fare che cosa.
A risentirci domani. Grazie
@robertostorti