Buon giovedì valorizzante
Poco più di un anno fa, ma non pretendo che ricordiate, ho parlato degli studenti del Politecnico di Milano, sezione di Mantova, che, con la professoressa Treu, hanno affrontato il problema, non secondario per la nostra città, del riuso dei fabbricati abbandonati, “magoni” compresi.
I “magoni” sono la traduzione di una espressione dialettale in cui si sommano grandezza, bruttezza abbandono a metà lavoro con conseguente degrado dei luoghi che, nel nostro caso, si concentra soprattutto nelle aree di Ponte Rosso, Lunetta, Ex Ceramica e Frassino ma anche nell’area ex autostazione.
Per essere in grado di superare il degrado, è importante imparare l’arte del recupero più di quello dell’edificare da nuovo, perché, e cito la Prof, “ogni demolizione è una rinuncia a riannodare i fili della storia”.
Adesso, dopo più di un anno di studio e di lavoro, i neolaureati nella università mantovana, hanno consolidato non solo le conoscenze ma anche le idee, proponendo soluzioni per restituire le aree degradate all’uso quotidiano, che ridarebbero sicurezza all’ambiente e agli abitanti.
Oltre a incaricare “archistar”, qualche bando destinato ad architetti under 40 non farebbe male.
A risentirci domani. Grazie
@robertostorti