Gli gnocchi di Radetzky
Un saluto e bentrovati a tutti gli ascoltatori!
Nei banchi dei fruttivendoli si vedono ancora zucche in vendita. Cercando ricette e curiosità intorno a questo ortaggio mi sono imbattuto nella curiosa ingordigia del maresciallo austriaco Radetzky per gli gnocchi di zucca.
Radetzky non è certo un nome benvoluto ai lombardi tanto che, qualche tempo fa, qualcuno ha addirittura firmato un appello per non far suonare durante il concerto di Capodanno a Mantova la famosa “Marcia di Radetzky”, composta da Johann Strauss padre in onore del Feldmaresciallo dopo le vittorie del 1848 nelle battaglie di Montanara, Curtatone e Custoza. Egli condusse poi con spietatezza la repressione e a farne le spese fu Sermide, ridotta in cenere perché i suoi abitanti osarono resistere al ritorno degli occupanti. Infine, tre anni più tardi fu l’ispiratore e il sovrintendente al processo contro i martiri di Belfiore.
Josef Radetzky, il cui nome completo è in realtà un tantino più lungo, Johann Josef Wenzel Anton Franz Karl Graf Radetzky von Radetz, era nato da una famiglia di antica nobiltà boema. Entrò come cadetto nell’esercito imperiale austriaco, dove condusse una brillante e rapida carriera. Mentre in Austria fu considerato eroe nazionale e uno dei massimi condottieri di ogni tempo, in Italia la stampa risorgimentale lo presentò sempre sotto una luce negativa e agli occhi dei lombardi, dei veneti e degli italiani rimase il simbolo dell’oppressione.
Invece a Radetzky, che fu governatore del Lombardo-Veneto per un quarto di secolo, piaceva così tanto l’Italia da ritirarcisi quando fu collocato a riposo dall’esercito. Si dice anche che ebbe come amante una stiratrice lombarda a nome Giuditta che, oltre a dargli molte soddisfazioni a letto e ben quattro figli, gliene desse ancora di più in cucina. Tra le mura domestiche, Giuditta gli preparava i piatti dei quali era più goloso: gli knodel tirolesi in brodo, i bolliti ed il maiale arrosto, tipici delle sue origini austro-boeme. Contro il parere del medico personale, la donna lo rimpinzava anche con le grasse ricette meneghine: tra i piatti prediletti, il riso con le cotiche e gli gnocchi, fossero essi di patate o di zucca ed tutto era sempre innaffiato con buon vino. Poi, dopo i suoi pantagruelici pasti, il generale sprofondava in un sonno profondo, russando sonoramente, anche alla presenza di ospiti.
A Radetky si deve anche una parziale soluzione della diatriba, che ha sempre diviso i viennesi dai milanesi, in merito della primogenitura tra la wiener schnitzel e la cotoletta alla milanese, piatti molto simili, basati sull’impanatura della carne. Il feldmaresciallo, in una lettera indirizzata al suo aiutante di campo indica, nella ricetta milanese, una sua “pesonale scoperta” e ammettendo in tal modo la priorità temporale della cotoletta meneghina su quella viennese, forse, solo successivamente, introdotta nella cucina asburgica.
Torniamo però agli gnocchi di zucca, dando la classica ricetta, tanto apprezzata da Radetzky.
Ingredienti: zucca, uova, farina, noce moscata, latte, sale, burro, salvia, parmigiano.
Preparazione: mondare una zucca, eliminando la buccia e i semi interni. Cuocerla a vapore fino a farla ammorbidire e lasciarla poi asciugare su un canovaccio. Tritarla finemente e metterla in una terrina, aggiungendo uova, farina e noce moscata. Aggiustare di sale e mescolare il tutto con un cucchiaio di legno aggiungendo cautamente il latte fino a ottenere la consistenza desiderata. Far bollire abbondante acqua salata e versarvi gli gnocchi che farete con l’aiuto di un cucchiaio leggermente bagnato. Quando verranno a galla, toglierli con un mestolo forato e versarli direttamente su un piatto da portata caldo. Servire gli gnocchi di zucca, conditi con burro fuso, salvia e abbondante parmigiano grattugiato. Un’interessante variante prevede di aggiungere dei pistacchi sbriciolati al posto della salvia.
Buon appetito e a risentirci la settimana prossima!
@Convivium_RB