Nonostante l’allerta e le misure preventive adottate nei mesi scorsi, la Blue Tongue è sbarcata in provincia di Mantova. E’ una malattia infettiva, la febbre catarrale che colpisce bovini e ovini, è stata riscontrata su un capo bovino in un allevamento di Ponti sul Mincio circa una decina di giorni fa, mentre poco prima un focolaio era stato individuato in provincia di Brescia, nel comune di Milzano, al confine con il cremonese.
La positività al sierotipo 4 (nel 2008 ci fu un caso di sierotipo 8 nel mantovano) è stata confermata dall’Istituto zooprofilattico di Teramo, che ha verificato il contagio dal virus in arrivo dall’est Europa. Con tutta probabilità si tratta di capi entrati dal Veneto, dove sono stati rilevati 368 focolai (25 in provincia di Verona). La conferma della notizia ha fatto scattare subito un decreto regionale da parte della direzione welfare, pubblicato pochi giorni fa. La Lombardia dunque ha istituito una zona di protezione (Z1) con raggio di 20 chilometri dal focolaio. Vi è poi una zona di sorveglianza (Z2), di 50 chilometri di raggio. La Z1 durerà per almeno trenta giorni dopodiché, se non verranno rilevati altri casi di Blue Tongue, si resterà in regime di Z2 per due anni (fino alla primavera 2019).
Ciò comporterà problemi per la circolazione del bestiame, come sottolinea Confagricoltura Mantova: «Gli allevamenti interessati, spiega il presidente Lasagna, sono circa 2.500 nel mantovano, e avranno l’obbligo di registrazione dei movimenti nella banca dati regionale entro 24 ore. Un limite pressoché impossibile da rispettare».
fonte: www.confagricolturamantova.it