Buon lunedì localizzato
Esiste in Italia un decreto del 2012, adottato dal Ministero della Salute nel 2013, che rende obbligatorio, per le società sportive professioniste o dilettantistiche, il defibrillatore a bordo campo.
Tra 26 giorni, cioè dall’inizio del 2017 non ci saranno più scuse: tutte le società lo debbono avere.
Quattro anni per decidersi a essere pronti a salvare delle vite non mi sembrano pochi, ma così va il mondo.
Il problema, per i responsabili dell’azienda che si occupa di pronto soccorso è sapere dove sono le macchine semiautomatiche salvavita, sia per non perdere tempo, sia per indicare alle persone accanto al malcapitato come muoversi e cosa fare.
I minuti, in questi casi, sono il crinale tra la vita e la morte di una persona.
Ebbene, nella nostra provincia solo 110 società sportive su 800 hanno comunicato di avere il defibrillatore e dove lo custodiscono e chi ha le chiavi della porta; in termini tecnici ne hanno non solo denunciato il possesso ma indicato dove lo tengono affinché le diverse App che sono state create ad hoc, lo possano segnalare.
Dire di svegliarsi a georiferire il defibrillatore è il minimo e si capisce l’importanza, quello che non si capisce è perché ancora l’87% non lo abbia fatto.
Compilare un modulo è più semplice di vincere una partita, e quella con la morte è un derby che è meglio almeno pareggiare e se possibile vincere sempre.
A risentirci domani. Grazie
@robertostorti