Buona domenica scrivente
Seicento docenti universitari, non uno, ma seicento, hanno scritto al Governo lamentando che gli studenti, universitari, non sanno più scrivere in italiano.
Se é vero all’università, figuriamoci negli ordini di scuola che la precedono e che dovrebbero essere la culla della preparazione.
Sono rimasto colpito nell’apprendere che alle elementari, forse non in tutte, non si pretende più che uno sappia scrivere anche in corsivo e non solo in stampatello, così come mi colpisce che da qualche anno, nei concorsi per entrare in Magistratura, ci siano composizioni con errori grammaticali.
A un Giudice non basta sapere che leggi applicare, deve saper compilare in forma chiara e leggibile le motivazioni, pertanto la lingua viene prima della conoscenza del diritto.
Credo si debba ripartire dal ripensare cosa far fare, sino almeno a 16 anni, a chi frequenta le scuole dell’obbligo che vanno oltre la terza media, non solo mettendo delle pezze ai buchi dello Stato con richieste alle famiglie di contributi “volontari” di 80, 180, o 200 euro all’anno per i laboratori, come documenta bene la Gazzetta di oggi.
Per chiedere bisogna dare, e questo Stato, all’Istruzione, ha dato e dà troppo poco.
I frutti, sgrammaticati, parlano da soli.
A risentirci domani. Grazie
@robertostorti