Buon venerdì vissuto.
Con un acronimo inglese (neet) si indicano i giovani, maschi e femmine di età compresa tra i 14 e 24 anni che non studiano, non lavorano e non cercano nemmeno di farlo.
Secondo quanto riportato da chi studia il fenomeno, in Italia, uno su 5 (20%) appartiene a questa categoria, anzi pare che nel mantovano, per rimanere ai livelli nazionali si debba portare l’età del controllo sino a 29 anni, altrimenti, rimanendo entro i 24 la percentuale sarebbe più alta.
Rassegnati? Convinti di valere di più dei lavori o degli stipendi proposti? Senza spina dorsale? Viziati?
Facile cadere nella retorica dei “noi alla loro età… con salti di fossi più o meno grandi e lunghi”, ma credo che se cI sono critiche da fare nei confronti della Politica che li ignora, dei sindacati che si occupano principlamente di chi già lavora o ha lavorato, sia anche importante chiedersi di cosa e come vivono e chi dà loro la parte economica che serve per snakers, aperitivi più o meno lunghi, concerti, abbigliamento.
L’unica generazione che ha risparmi, e relative certezze di reddito, è quella dei nonni, e allora la colpa di questa pericolosissima sindrome penso venga anche da quella parte che, sognando di riscattare i periodi di sofferenza che passati in gioventù, non vuole che ai nipoti ricapiti altrettanto.
Credo che anche questo atteggiamento sia sbagliato.
A risentirci domani. Grazie
@robertostorti