Buona fine di gennaio da Maria Vittoria Grassi e dal repertorio delle antiche storie del calendario mantovano.
Incombono ormai I “tri giuran dla Merla”, gli ultimi tre del mese di gennaio, che dovrebbero essere, se la tradizione viene rispettata, i più freddi dell’anno.
Ma perché questi tre giorni si chiamano così? A quali leggende fa riferimento la citazione della Merla?
Due sono le storie che i nostri vecchi raccontavano in proposito. Si torna sempre molto indietro, al tempo in cui i merli avevano le penne bianche: dunque secondo una prima versione la protagonista è una merla incauta che, alla fine di gennaio, uscì festosa a saltellare, approfittando di un’insolita mitezza del clima e ritenendo che l’inverno ormai fosse passato.
Mal gliene incolse, dice il racconto, perché gennaio si impermalì, fece tornare per tre giorni vento e neve e costrinse la merla a rifugiarsi in fretta in un camino da cui uscì – inevitabilmente (e con lei in seguito tutti gli uccelli della sua specie) – di colore nero fuligginoso.
La seconda storia sulla merla parla di una coppia, merlo e merla (bianchi, naturalmente) alla ricerca disperata di cibo negli ultimi giorni di gennaio, quell’anno particolarmente gelidi.
Il merlo, cavallerescamente, si offrì di perlustrare campagne e strade per tutti e due: fece aspettare la sua bella e per tre giorni cercò e cercò.
Finalmente, trovato un prezioso granello di frumento dimenticato, tornò per portarlo alla sposa.
Ma la merla non fu più trovata: si era rifugiata, per scaldarsi, in un camino e ne era uscita così nera che nemmeno il suo amoroso consorte la poté più riconoscere!
Storie di merli e di camini dunque, forse un po’ ingenue ma che la tradizione ci invita a tramandare.
Un caro saluto e alla prossima storia di una volta da Maria Vittoria Grassi!