Buona giornata virale
I virus che si sono diffusi recentemente, come anche il Covid-19, hanno come comune denominatore l’interazione tra gli animali e l’uomo; difatti il 70% delle malattie infettive emergenti derivano dal contatto, più o meno diretto, con animali selvatici e addomesticati.
Tra i fattori aggravanti della diffusione dei virus vi è sicuramente l’alta densità di popolazione nelle aree urbane, che sono ristrette e che rendono più rapido il contagio tra gli uomini; inoltre queste aree, come il territorio in cui viviamo, sono estremamente degradate dal punto di vista di qualità ambientale e soprattutto dell’aria.
Altro fattore aggravante è il cambiamento d’uso del suolo per incrementare gli allevamenti intensivi, che di frequente prevede la deforestazione arrivando a stravolgere l’habitat di animali portatori di virus.
Terzo elemento allarmante è il commercio illegale della fauna selvatica e dimostrazione di ciò fu, nel caso del Covid-19, il contrabbando del pangolino cinese, la cui “corazza” e carne vengono utilizzate in diversi ambiti, come nella medicina orientale.
Infine la caccia e l’impoverimento degli ecosistemi abbattono le difese naturali e facilitano la nascita di virus che vengono incubati a causa del cambiamento climatico.
Il rischio di pandemie, come quella che pare insormontabile oggi, può essere limitato riducendo l’intensità e lo svolgimento di attività distruttive dell’ecosistema. Pur conoscendo il modo di evitare tragedie a livello mondiale, troppo spesso ci si accorge degli errori una volta che il danno è ormai irreparabile.
A risentirci. Grazie