“A piœf, la gata la fa l’œf…” (piove, la gatta fa l’uovo…): è l’inizio di una strampalata filastrocca che, tra bambini, ci divertivamo a recitare un mucchio di anni fa, quando pioveva. Qualche nonno, forse, se la ricorderà: “A piœf, a piœf, la gata la fa l’œf, i gatin i siga, la gata la s’marìda…” (piove, piove, la gatta fa l’uovo, i gattini piangono, la gatta prende marito…) eccetera: caso mai la completerò (se tutto andrà bene) dopo la partita col Trento, mercoledì prossimo. Guarda un po’ cosa mi è venuto in mente per commentare questa prima e bella vittoria del Mantova, sotto il diluvio terminato con uno splendido arcobaleno che ha coronato la festa del Martelli al 93’, quando una craponata di De Cenco su pennellata punizione del prode Gerbaudo ha messo il palloncino del 2-1 nell’angolino.
E dire che era cominciata male. Al 23’, infatti, passa il Piacenza, in completa e improbabile tenuta verde – cosa che l’anno prossimo sarà giustamente proibita (purtroppo solo in serie A), perché verde è anche il colore dei campi di calcio e le maglie dei giocatori devono risaltare, non confondersi col prato!
Dicevamo che al 23’ passa il Piacenza. Schema su calcio di punizione e tal Corbari testeggia in porta tra le vane proteste dei biancorossi per presunto fuorigioco. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
Pareggio al 34’. Gerbaudo fugge sulla sinistra e pennelleggia per capitan Guccione che schiaccia in porta di testa. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
Verso la fine del primo tempo il Piacenza resta in 10 per l’espulsione di tal Parisi (gomitata a Bertini)
Al 12’ del secondo tempo resta in 10 anche il Mantova: espulsione “per quello che appare un contrasto sulla palla” (Gazzetta) di Paudice, appena entrato al posto di Messori. Ma 3 minuti dopo torniamo in superiorità numerica per l’espulsione di tale Marchi (doppia ammonizione).
“Sul Martelli a metà ripresa spunta l’arcobaleno, sembra un segnale” (Gazzetta) e il Mantova va all’arrembaggio, che si conclude nel migliore dei modi al 93’ col gol partita del De Cenco. Elogi per tutti, ma specialmente per il gigantesco Gerbaudo. E sperém ch’la düra. (clicca sul disegno per ingrandirlo)