Pink Floyd
“The dark side of the moon”, 1973 (Harvest)
Rock
di Andrea Lucchini
’’Non c’è un lato scuro della luna,tutto è oscuro’’.Per fortuna c’è la musica dei Pink Floyd a portare sulla terra un po’ di luce.E con queste parole di Gerry O’Driscoll si chiude il disco di The dark side of the Moon.E’ stato registrato nei leggendari studi di Abbey Road a Londra tra la metà del 1972 e l’inizio del 1973,viene considerato con 50 milioni di copie vendute, l’album di maggiore successo dei Pink Floyd e uno dei più venduti della storia. Le cinque tracce di ognuno dei due lati rappresentano vari stadi della vita umana. L’album comincia e termina con un suono di battiti cardiaci, esplorando la natura dell’esperienza dell’essere umano e, secondo Waters, «l’empatia»I temi dei testi delle canzoni includono l’avidità, l’invecchiamento, la morte e l’infermità mentale. Quest’ultimo tema prese come ispirazione il deterioramento mentale di Syd Barrett, che era stato il principale compositore e paroliere del gruppo nei suoi primi anni.
Ritengo opportuno evidenziare che , come capo tecnico audio fu assunto Alan Parsons,il quale durante le sessioni di registrazione si avvalse delle tecniche più sofisticate dell’epoca.Un rilievo inevitabile va decisamente attribuito alla cover dell’album,considerata la più famosa dei Pink Floyd,la più imitata e nel contempo la più semplice.Ha il bianco, il nero di una notte senza luna e i colori dell’arcobaleno.
Di The Dark Side of the Moon si è detto tanto ed ancora si continuerà a dire. Quel che colpisce di questo lavoro è che, nonostante siano passati 48 anni dalla sua uscita, non sia solamente attuale, ma che il suo ascolto, sia per le sue tematiche e sia per il suo linguaggio, sia addirittura necessario.Condivido in toto questa ultima citazione,affermando che questo album resta in assoluto quello da me più ascoltato durante la mia vita,e che riesce sempre ad emozionarmi evocando momenti di piacere assoluto.