Michèle Lavagna; Cercando l’acqua sulla Luna

Michèle Lavagna; Cercando l’acqua sulla Luna

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MICHELE LAVAGNA-CERCANDO L’ACQUA SULLA LUNA                 Il progetto ISRU: un’eccellenza italiana

L’acqua sulla Luna c’è per davvero nella sua forma molecolare canonica, due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, e potrebbe essere più accessibile del previsto; una svolta per le future missioni, che puntano alla realizzazione di colonie umane stabili sulla Luna. Senza considerare quanto i costi di queste missioni si abbasserebbero se non fosse necessario trasportare, tra i vari materiali, anche l’acqua. La scelta della Luna per la missione non viene spiegata solamente dal fascino che esercita sull’uomo dai tempi di Ariosto ma anche da specifiche caratteristiche: sulla sua superficie le zone d’ombra create da rocce e crateri potrebbero nascondere acqua sotto forma di brina, come sostengono due ricercatori del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. E in particolare l’attenzione è rivolta all’area montuosa a ovest del cratere Nobile, situato al Polo Sud del satellite, che rimane quasi sempre in ombra, rendendo possibile il ritrovamento di acqua ghiacciata. Un’altra concreta possibilità di ottenere acqua sulla Luna è stata studiata dall’ingegnere aerospaziale Michèle Lavagna e dal suo team di ricerca, che si colloca all’interno della missione dimostrativa ISRU (In Situ Resource Utilisation). La dottoressa ha realizzato un impianto prototipale che riesce a produrre acqua estraendo ossigeno dagli ossidi presenti nei minerali da cui è composto il terreno lunare, come la regolite. Artemis, una missione prevista nel 2024 per far tornare un uomo sulla Luna insieme alla prima donna, all’insegna della parità dei sessi, rappresenterebbe quindi solo il primo passo della prossima era di esplorazioni spaziali, finalizzata a stabilire nel tempo comunità umane autosufficienti sulla Luna e avviare un’economia lunare; e tutto questo per poi proiettarsi verso l’obiettivo più ambizioso: Marte.

Dottoressa Lavagna, il gruppo di ricerca da lei guidato ha realizzato un impianto che produce acqua. Esistono metodi che invece cercano di rendere utilizzabile l’acqua che si ipotizza essere già presente sulla Luna?                                                            I metodi esistono, non esiste la tecnologia per farlo. Si può pensare di estrarre l’acqua ghiacciata che sta nel sottosuolo facendola sublimare in gas al raggiungimento della superficie lunare, perché sulla Luna c’è il vuoto. Sarebbe necessario però anche proteggere la zona con delle calotte ben sigillate su cui far condensare queste particelle gassose d’acqua e avere un collettore di raccolta. Metodi quindi ancora a livello concettuale perché sono molto complessi.

Disporre della risorsa idrica fondamentale sulla Luna incrementa la speranza di realizzare colonie umane stabili su questo corpo celeste. Questo cosa comporterebbe per la Luna stessa e che effetti avrebbe invece sulla popolazione mondiale terrestre?       Io non credo che si creeranno delle colonie stabili sulla Luna. Lo scopo non è spostare l’umanità su un altro oggetto celeste, ma conoscerlo ed esplorarlo con calma, che viene data dalla possibilità di stare in un posto per lungo tempo per poter fare le analisi, visitare i luoghi, capire il contesto senza dover continuamente andare e tornare dalla superficie terrestre. Quindi sì la presenza umana ma sempre con una contestualizzazione o scientifica o esplorativa, non di permanenza a lungo termine.

Se diventasse possibile vivere sulla Luna bisognerebbe progettare spostamenti Terra Luna per numerosi gruppi di persone. Come cambierebbe l’organizzazione dei viaggi spaziali, sia in termini di equipaggio, sia per quanto riguarda il materiale trasportato?Diciamo che la fisica è la fisica quindi non cambierebbe nulla se non le dimensioni dei veicoli. Proprio grazie al tipo di fisica che questi due oggetti hanno, quindi Terra Luna, si potrebbero sfruttare i cycler, quindi delle traiettorie che consentono di incontrare con ripetizione la Terra e la Luna, come un autobus che fa un giro ad anello, rilasciando poi veicoli di discesa e di ascesa; parecchio traffico ma assolutamente gestibile. Tra l’altro qualcosa di simile è in fase di progettazione: una rete di satelliti infrastrutturali  che servano a gestire comunicazione e navigazione di un numero cospicuo di elementi satellitari (non persone quindi) attorno alla Luna e sulla superficie lunare. Sono progetti che l’Agenzia Spaziale Europea sta già mettendo in atto. È il presente, non il futuro.

[Valentina Vitali]

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