Andrea Pasetti; Un bosco di pianura e i suoi funghi

Andrea Pasetti; Un bosco di pianura e i suoi funghi

Condividi

ANDREA PASETTI-UN BOSCO DI PIANURA E I SUOI FUNGHI  Visita guidata micologica a Bosco Fontana

Tra gli elementi maggiormente distintivi della specie umana, e per questo probabile record scelto per indicare l’Antropocene, si considerano i rifiuti. Che si tratti di materiale tecnologico, plastica, scorie radioattive, in ogni caso i rifiuti sono un prodotto dell’uomo che non viene smaltito o trasformato in altro. Un accumulo infinito su una Terra finita. Negli ecosistemi naturali, invece, i rifiuti non esistono: ciascuno scarto diventa nuova risorsa per altri organismi, realizzando un meccanismo circolare autosufficiente a cui l’economia circolare, per l’appunto, si ispira. Le piante, ad esempio, bloccano nel loro legno un enorme quantitativo di energia che andrebbe perso con la loro morte se non esistessero organismi in grado di trasformare questa risorsa energetica e reimmetterla in circolo. Tali organismi sono i decompositori, tra cui i funghi. Spesso poco considerati, i funghi si sviluppano soprattutto nel sottosuolo, dove si trova il micelio (la parte visibile è solo il corpo fruttifero) e sono di primaria importanza quando si considera il legno morto. I funghi sono quindi evidentemente dei protagonisti della vita di una foresta e del suo sottobosco, come ha dimostrato il naturalista e micologo Andrea Pasetti in una copertura forestale d’eccezione cioè il Bosco Fontana, una delle ultime foreste vetuste residuali della Pianura Padana.

Il Bosco Fontana è un raro ambiente primario residuale, un’istantanea della copertura boschiva padana originaria; a seguito della rilevanza naturalistica sono in atto azioni di conservazione, tutela (è stata istituita la Riserva Naturale Orientata Biogenetica), studio e divulgazione. Quali ruoli, dottor Pasetti, svolgono i funghi in questa importante foresta? Sicuramente i funghi, dal punto di vista ecosistemico, sono fondamentali, perché vanno a decomporre la sostanza organica; quindi mantenerli al loro posto è importante per tutto il ciclo biologico e forestale, soprattutto nel caso di habitat da conservare come Bosco Fontana che ospita essenze arboree importanti.

Attualmente il Centro Nazionale Carabinieri e Biodiversità sta conducendo degli studi sul legno morto, habitat di molte specie di insetti saproxilici a grave rischio di estinzione come il cervo volante e il cerambice della quercia. Ci può spiegare perché il legno è così importante per queste specie?                    Tantissimi funghi, come ad esempio la Mycena e l’Armillaria, sono importanti dal punto di vista sempre della decomposizione. L’interno di piante morte è già un habitat, utile non solo per i funghi in generale ma anche per alcune specie bioindicatrici come il cerambicide e il cervo volante; quindi questi ecosistemi sono da mantenere, anche se molto più limitati rispetto a un bosco. Già una sola pianta morta può essere utile sia al fungo, per andare a decomporre quindi vivere con il proprio ciclo vitale, sia per specie di interesse comunitario, come il cervo volante e il cerambicide.

La micorriza è una simbiosi mutualistica tra le piante, che offrono i prodotti della fotosintesi, e i funghi, che forniscono in cambio nutrienti di vitale importanza come azoto e fosforo. Spesso tale simbiosi coinvolge più di due organismi: ad esempio una pianta legnosa, il fungo e un’erbacea. Si forma così una fitta rete di connessioni e scambi reciproci, una sorta di foresta nel sottosuolo. Ci sono specie, vegetali o fungine, nel Bosco Fontana generalmente coinvolte in questa simbiosi?                           Nella checklist delle specie fungine ci sono ad esempio Boletus aereus, che è il porcino nero bronzino, e Boletus eastivalis, che sono magari più tipici di periodi caldi, che fanno simbiosi proprio con piante come il Quercus, la quercia. Come giustamente si diceva, la micorrizazione è proprio un rapporto mutualistico di scambio di favori reciproci tra due organismi, come la quercia e il Boletus, in questo caso; la fitta diramazione delle radici con il micelio fa sì che ci sia uno scambio di sostanze tra il fungo e la pianta e viceversa fondamentale per la sopravvivenza e la crescita di entrambi.

[Valentina Vitali]

Condividi