Per le piccole storie di Maria Vittoria Grassi ecco una semplice storia d’attualità.
C’era una volta, ma non tanto tempo fa, un uomo di ghiaccio.
Era un uomo molto cattivo: al suo passaggio tutto si spegneva o diventava gelido.
Gli alberi si rinsecchivano, le erbe inaridivano, il cielo si rannuvolava e gli uccelli smettevano di cantare.
L’uomo di ghiaccio aveva occhi gelidi, non sorrideva mai, il volto e gli abiti non avevano colore. Viveva tutto solo in un luogo freddo e desolato, in una grande casa di vetro, da cui poteva sorvegliare che nessuno si avvicinasse: non aveva parenti, né amici e non si sapeva da dove fosse venuto, anzi neppure da chi fosse nato.
Le persone che vivevano nei paesi e nelle città vicine erano spaventate e silenziose e nessuno osava avvicinarsi alla sua casa perché, a volte, l’uomo di ghiaccio (che non aveva neppure un nome) usciva per passeggiare e attorno a lui tutto diventava gelido e spoglio, finché non tornava sui suoi passi.
Ogni giorno si faceva portare la spesa da un ragazzo del paese e il poveretto, quando si avvicinava alla casa, sentiva rizzarglisi i capelli in testa e tornava alla bottega stecchito come un baccalà nel freezer. E col tempo le cose peggiorarono perché l’uomo di ghiaccio cominciò a diventare più pericoloso: non si sentiva abbastanza potente né abbastanza al sicuro.
Così, per allargare il suo territorio, chiamò altri uomini come lui che l’aiutassero a cacciare via la gente dei dintorni. Le case furono distrutte, le persone scapparono, il paese divenne vuoto e desolato. L’uomo di ghiaccio, soddisfatto, dalla sua casa di vetro guardava il paesaggio tutto attorno e si compiaceva della sua potenza.
Ma un giorno, mentre dietro la vetrata del suo palazzo contemplava l’estensione della sua terra, un raggio di sole inaspettato, sottile e tagliente come una spada, attraversò le nubi il vetro della finestra e si fermò sul suo petto. E il cuore dell’uomo di ghiaccio si sciolse come una palla di neve nell’acqua calda.
In breve del potente uomo di ghiaccio non rimase che una piccola pozza d’acqua dietro la finestra e del suo enorme e vasto territorio non rimase che una sconfinata terra vuota, pronta per essere di nuovo riscaldata dal sole e dal calore delle persone.
E con la speranza che ci sia sempre un raggio di sole a salvarci, un caro saluto da Vittoria e alla prossima!