Ogni anno finiscono nel Mar Mediterraneo quasi 600 mila tonnellate di plastica, cioè 4 volte di più rispetto all’Oceano Pacifico in proporzione alle dimensioni.
Per contenere questa emergenza e ridare salute al Mare Nostrum , l’Italia ha approvato il disegno di legge Salva Mare per il recuper
o dei rifiuti marini e lo sviluppo di un’economia circolare.
D’ora in poi i pescatori e i comandanti di navi, ma anche i conducenti di barche da diporto, potranno recuperare i rifiuti e conferirli nell’impianto di raccolta del porto; i più virtuosi potrebbero essere premiati con un certificato ambientale.
La legge Salva Mare riguarda tutte le imbarcazioni e in
i pescherecci, dal momento che finora i pescatori erano costretti a ributtare in mare la plastica che restava impigliata nelle reti. Se avessero agito diversamente portandola a terra, avrebbero rischiato di essere accusati di possesso illecito di rifiuti; come se non bastasse, avrebbero dovuto pagare la tassa di smaltimento.
Con l’approvazione del nuovo decreto cambia tutto: i pescatori potrebbero diventare i veri spazzini del Mar Mediterraneo e in particolare delle acque che bagnano le coste italiane.
La legge Salva Mare si rivolge anche alle nuove generazioni, alle quali toccherà il delicato compito di preservare le acque del Mediterraneo e degli altri mari. Una misura di legge è espressamente dedicata alla promozione di attività di educazione ambientale, con focus sull’inquinamento dei mari. Lo scopo è di sensibilizzare sul tema e proporre percorsi formativi sulle buone pratiche di raccolta rifiuti.
Le acque inquinate rappresentano un grave rischio per la salute dell’uomo e per il benessere dell’ecosistema ed è per questo molto importante non inquinare.
Queste, innanzitutto, costituiscono un pericoloso veicolo di virus e batteri, che possono arrivare all’essere umano e provocare l’insorgere di una serie di malattie anche gravi.
Itet Mantegna 5br gruppo Sabaudia: Marchioro, Lodi, Luka, Riccardo, Ylenia