la partita vista dal Ciffo
Già, c’è poco da star allegri: il Mantova è tornato a perdere, addirittura per 3-0, e l’indizio di risveglio per la vittoria sul Trento non ha avuto seguito … ragion per cui la situazione è preoccupante, e i nostri quotidiani vanno giù pesanti. La Gazzetta scrive di “naufragio a Lecco”, dove appunto pioveva, (nella ripresa a dirotto) costringendomi a disegnare il povero (ma confermato) Corrent sotto un bell’acquazzone. Però, sia il mister Foschi del Lecco, sia il telecronista, hanno ammesso che il punteggio è risultato un po’ eccessivo, e per dare loro ragione ho disegnato, oltre ai tre gol, tre buone occasioni del Mantova, due all’inizio che potevano dare un altro verso alla partita, e una alla fine, che dimostra un Mantova non rassegnato. Insóma, quél da bón al gh’è anca sta’.
19’. Bellissima azione del Mantova: Ceresoli verticalizza, un innominato biancorosso taccheggia per Mensah che copia la finezza e dà a Silvestro. il quale (1), marcato e strattonato, riesce comunque (2) a tirare, ma, ahimè, addosso al portiere in uscita. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
23’. Mensah recupera sul fondo un pallone che sembrava perduto e lo porge a De Francesco, che subito tira, secondo me bene, anche se la Gazzetta dice “forse senza la necessaria cattiveria” (e dài con ‘sta cattiveria!); e sarebbe anche gol (portiere superato) ma in porta c’è un tal Zambataro che ci mette la zampa. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
27’. Il quale Zambataro, su azione da corner, ti pennella un cross per la testa d’un tal Battistini che salta come si deve e insacca. Milillo dove sei? (clicca sul disegno per ingrandirlo)
Al 12’ della ripresa il bis, su corner d’un tal Zuccon per la zucca di Celjak, libero di infilare ancora Chiorra. Checchi dove sei? (clicca sul disegno per ingrandirlo)
Tris al 41’ di un certo Lepore, libero di fermar di petto (1) un cross da contropiede e (2) di diagonaltrafiggerci. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
Al 91’ Guccione per Matteucci che colpisce portiere e palo. Almèn i ha provà. (clicca sul disegno per ingrandirlo). Gh’è poch da star alégar, ma stém mìa dispràr, perché “non si sa mai com’èla!”, come cantilenava sotto i portici il cieco che vendeva i biglietti della lotteria.