C’era una volta una fata molto buona che si era proprio stufata di essere buona. Era una delle fate più abili che ci fossero in commercio: aveva una sfera di cristallo particolarmente lucida e ricca di memoria e possedeva antichissime e perfezionate formule magiche.
Per questi motivi tutti le chiedevano favori e incantesimi e lei doveva continuamente rimediare ai problemi altrui: viveva costantemente in mezzo a ragazze maltrattate e indifese, a principi caduti da cavallo, a zucche da far diventare carrozze, a rospi che non riuscivano a trasformarsi e così via. Così Bonaria (questo era il suo nome) un giorno attaccò fuori della sua porta un cartello con scritto: “Cambio di gestione” e decise di trasferirsi in un altro paese.
Scelse una bella zona ridente e piena di verde, si assicurò che non ci abitassero troppe matrigne, nonne malaticce o lupi famelici e poi, tutta soddisfatta, traslocò. Cambiò anche nome e, sulla targhetta lucente appesa vicino al campanello, fece incidere: “Prospera! Consulenze d’affari”.
Nel giro di una settimana cominciarono ad arrivare i clienti. Il primo fu un vecchietto, Arpagone, che aveva nascosto tutti i suoi soldi sotto il materasso e voleva consigli per accumularne di più. La fata vedeva nella sua sfera di cristallo che i beni del vecchietto sarebbero stati sperperati da un nipote avido e sciocco; cercò quindi di persuadere l’uomo a spendere subito in divertimenti tutto quello che aveva, ma il vecchietto se ne andò arrabbiatissimo, gridando che dei suoi soldi poteva fare quello che voleva e che lei non sapeva fare il suo mestiere.
Seguì il caso di una ragazza, di nome Ondivaga, incerta tra vari pretendenti: uno ricco e brutto, uno bello e povero, uno alto e magro, uno piccolo e grasso …. Prospera si stupiva del fatto che la sfera scartava tutti quei pretendenti e mostrava invece l’immagine di un ragazzo così così, con un viso comune e un aspetto assolutamente banale. Consigliò alla ragazza di non aver fretta e di non guardare troppo le apparenze. Anche questa volta però la cliente si seccò e se ne andò, gridando che, se avesse ascoltato i suoi consigli, sarebbe rimasta zitella a vita.
La fata allora buttò via la sfera di cristallo e si sforzò di dare pareri secondo il suo buon senso; non era però abituata a valutare senza magia i comportamenti umani e combinava una quantità di pasticci. Mandò in rovina un sacco di gente e fece diventare ricchi e famosi dei disgraziati disonesti che, per di più, non la pagarono. Così Prospera capì che anche quella non era la strada giusta per lei: si trasferì, assunse il nome di Norma, si procurò una nuova sfera e fece stampare un’edizione aggiornata del suo formulario magico.
Diventò “Consulente Agricolo-Metereologica”: le sue previsioni del Tempo dedicate a tutti i più facoltosi proprietari terrieri del paese non sbagliavano un colpo. Tutti si regolavano al minuto sulle sue previsioni: mietitura, semina, potatura, coltivazioni, approvvigionamenti … tutto calcolato (da Norma e dalla sua sfera). Beh, capitava qualche “imprevisto metereologico” ma pensava lei a sistemare le cose con una “paroletta magica”. Ebbe un enorme successo, diventò ricca e famosa e sposò il grande amore della sua vita, un mago simpatico di 707 anni che non si ricordava mai niente ma che la faceva ridere come nessun altro e che, soprattutto, non prevedeva il futuro.
Un caro saluto, come sempre, da Vittoria