Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi
C’era una volta la famosa scarpetta di cristallo persa da Cenerentola. Ricordate quella che si provarono anche le sorellastre senza riuscire ad entrare?
Bene, questa scarpetta, dopo aver fatto sposare Cenerentola con il principe azzurro, raggiunse una tale notorietà che tutte le principesse senza marito la convocavano, sperando che la sua magia facesse trovare anche a loro qualche principe se non proprio azzurro, almeno celestino o di qualsiasi altro colore. Così la povera scarpetta doveva girare un po’ qua e un po’ là, svolazzando tra castelli e reami e, soprattutto, infilandosi nella più vasta gamma di piedi, piedini e piedoni che si possa immaginare.
Era infatti difficilissimo che le principesse bisognose di aiuto riuscissero a calzarla: le varie regali zitelle allungavano sotto le gonne piedi bitorzoluti, nodosi, con il calcagno ruvido, con le unghie lunghe o ricurve, e anche se, di rado, i piedi erano nella norma, queste principesse erano quasi sempre acide e pretenziose. “Che cavolo di scarpetta mi avete portato!” sbraitavano “Non mi ci entra neanche l’alluce! E poi così rigida! E trasparente per giunta! Mi si vedono tutti i calli.. Non si potrebbe almeno rivestirla di pelle?” Alla povera scarpetta andava bene se usciva da queste prove tutta intera, senza rimetterci qualche crepa o addirittura il tacco.
Aveva avuto, è vero dei successi come era capitato ad esempio con una principessa rospo, che, appena aveva messo la zampa nella scarpa si era felicemente trasformata in ragazza e se ne era andata con un principe verde non meglio identificato. Comunque erano episodi isolati e la povera scarpetta, ormai stanchissima e sfiduciata, se ne stava quasi tutto il giorno in una scatola senza coperchio, con il cellulare di fianco, pronta a partire ma molto depressa. Finché un giorno …
Il cellulare squillò da parte del Ministero della Magia. Alla scarpetta fu comunicato che la si aspettava come ospite al FISCO (Festival delle Illustri Scarpe e Calzature Obsolete ), che si teneva ogni 150 anni nel famoso paese di Chissadove.
La scarpetta ci pensò sopra, poi, dato che il soggiorno era tutto pagato e che magari poteva trovare al Festival tante vecchie amicizie, decise di andare. Si lucidò bene bene col Vetril, preparò il beauty con spazzola, panno lucidante, tacco di riserva ecc., salì sul suo tappetino volante … ed eccola arrivata al FISCO.
Il luogo era bellissimo: un gran prato verde dove si aggiravano personaggi e oggetti di ogni tipo: C’erano gli stivali del Gatto degli stivali (con Gatto annesso), gli zoccoli della povera fiammiferaia (la poverina, vestita sempre di stracci era rannicchiata in un angolo), c’erano le scarpe di Biancaneve col fiocchetto davanti (Biancaneve era assente per motivi familiari), c’erano le scarpe dei Puffi, sempre più azzurre ecc. Era arrivato anche – per un disguido postale – un certo Ma – scarpone, che però fu subito rimandato a casa perché puzzava di formaggio.
La scarpetta fu accolta con tutti gli onori dal gran Maggiordomo delle scarpe obsolete, che si chiamava Brill e che non mancava di elogiare, ad ogni ingresso, le virtù degli ospiti: “Ed ecco l’illustre scarpetta di cristallo della principessa Cenerentola, che permise alla suddetta di trovare il suo principe azzurro e di eliminare le sue malvagie sorellastre!”.
Non aveva nemmeno finito di parlare che una specie di furia zoppicante, con al piede una sola scarpa, si precipitò all’ingresso: “Dove eri finita, disgraziata! – sbraitò contro la scarpetta – sono secoli ti cerco, con un piede nudo, e con un marito ancora fissato con la scarpetta perduta, quella che mi aveva provato nel tempo che fu! Sono state ben più fortunate le mie sorellastre che girano tranquillamente con i loro piedoni ben calzati di sandali e mocassini e i loro mariti senza pretese!
La scarpetta, allibita come tutti gli astanti, sostenuta da un Brill balbettante, riconobbe immediatamente la sua antica proprietaria, Cenerentola. Comunque la cosa finì bene: Cenerentola riebbe entrambe le scarpe, il principe, poté finalmente smettere di tenere caldo e nascosto il piede scalzo della moglie sotto il tappeto del trono e la scarpetta riebbe il meritato riposo, ritrovando anche la compagnia della scarpetta gemella, altrettanto felice per non dover più sopportare da sola tutto il peso di Cenerentola che, a furia di zoppicare su un piede solo, l’aveva ridotta a una pianella screpolata e dolorante.
E un caro saluto da Vittoria!