Storia del principe dei bottoni.

Storia del principe dei bottoni.

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Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi

C’era una volta un principe a cui non mancava proprio niente: era alto, belloccio, vestito d’azzurro, con la calzamaglia in ordine e le scarpe a punta ma… aveva in odio tutti i bottoni. Per la verità il motivo di questa sua mania era chiaro e noto a tutti: il re suo padre, il famosissimo e coraggiosissimo re Melacavosempre, era rimasto cieco da un occhio per uno sfortunato incidente: mentre si dedicava al suo passatempo preferito, quello di controllare la misura delle unghie dei suoi dignitari di corte, aveva fatto saltare il bottone della cintura al suo gran ciambellano, Straripante, che nell’allungare la mano, si era inavvertitamente fatto gonfiare il già prorompente pancione. E..Tac! Il bottone era schizzato con la velocità di un fulmine giusto nell’occhio sinistro del re e vi si era conficcato in modo permanente. Il re, che era di buon carattere, aveva sopportato con dignità la disgrazia.

Suo figlio però, il principe Tremebondo, si era così spaventato che aveva abolito in tutto il regno l’uso dei bottoni. Non solo: aveva eliminato dal vocabolario suo e dei suoi sudditi anche ogni vocabolo che avesse attinenza con i bottoni: sbottonare, sbottare, bottino, botte, bottiglia, botta, bottega ecc.. Persino i botti di Capodanno furono aboliti! Così in tutto il regno la gente si arrangiava come poteva.

Indossava vesti e mantelli sciolti, pantaloni legati con lo spago, giacche aperte, scialli, ciabatte e mocassini e così via. Ogni mattina Tremebondo faceva accurate ispezioni e pretendeva che anche la regina sua madre, Santa Pazienza, detta Santina, controllasse le dame di corte che, sotto le ampie vesti, tendevano a indossare qualche corpetto sospetto!

Il re Melacavosempre si era dovuto, a malincuore, rassegnare a coprirsi il bottone, pardon!, l’occhio sinistro con una pezzuola nera e sembrava più un pirata che un re. Tutti i consigli a Tremebondo risultavano inutili, anzi, più procedeva negli anni, più il principe si accaniva in questa sua mania. Arrivò anche il momento in cui al principe si dovette cercare moglie. “Figlio mio – diceva la madre – devi pensare che tua moglie potrebbe aver bisogno di usare “quelli che non si devono nominare!” “Non se ne parla proprio!” ribatteva Tremebondo, quei micidiali oggetti qui non entreranno mai!”. Le discussioni si protrassero per mesi finché non si decise di mandare il medico di corte, Esculapio, in cerca di una fanciulla che soddisfacesse la mania del principe. Il medico partì e il tempo passò. La regina e il re preoccupatissimi ogni giorno scrutavano l’orizzonte finché finalmente …. dopo molti mesi, Esculapio tornò al castello, stanco ma abbastanza soddisfatto…

“Ho trovato alcune ragazze giuste per voi, vostra altezza – disse a Tremebondo – arriveranno tra poco su una speciale carrozza …!” Il re e la regina svolazzarono felici attorno al principe aggiustandogli il corpetto, stirandogli la calzamaglia e lucidandogli le ciabatte, nella speranza che le future possibili spose non si accorgessero che tutti gli abiti dei presenti fossero sbilenchi e a rischio di caduta.

Finalmente arrivò la carrozza su cui stavano sedute quattro principesse, che scesero e cominciarono a presentarsi. La prima, la principessa Sussiegosa, indossava solo un costume da bagno. “Io sono un tipo sportivo, Maestà, e mi vesto abitualmente, estate e inverno, solo in questo modo: d’altra parte mi hanno detto, Altezza, che non vi piacciono gli abiti elaborati, quelli per cui bisogna usare i B …” “Basta così, cara – si affrettò ad intervenire la regina – abbiamo capito il concetto!”

La seconda damigella, Morbidona, indossava un enorme poncho che ricopriva a malapena un corpo di 190 chili. Fu inutile spiegare perché non poteva usare i bottoni.

La terza ragazza, Neanderthal, era così pelosa che non aveva bisogno di vestiti: per una rara forma ereditaria nella sua famiglia la pelle era completamente ricoperta di pelo: “Vi assicuro che è molto comodo – spiegò la fanciulla – in casa mia non si spendono mai soldi per i vestiti e il riscaldamento!!” Il re, la regina e il principe si guardavano allibiti … “Devo scegliere – ruggì il principe rivolto a Esculapio, che se ne stava in disparte– se passare le mie giornate in slip, restare schiacciato sotto mia moglie o crescere figli con la pelliccia?”

Beh, per la verità, vostra magnitudine, ci sarebbe la quarta ragazza – balbettò il poveretto – solo che è molto timida e ha un piccolo problema … Sua madre ha perso un dito restando impigliata con un’unghia nell’asola di un vestito e così la principessa ha il terrore delle asole, non vuole vederle né sentirne parlare …” Così dicendo indicò una ragazza che ancora non si era avvicinata, né bella né brutta, né grassa né magra, né alta né bassa, né bionda né bruna, che indossava un abito un po’ svolazzante con la sola apertura del collo e delle maniche.

“Asola assente, bottone niente!” esultò sottovoce il re. “Niente A. e niente B.,” gridò gioiosa la regina.

E così si fecero le tanto sospirate nozze e tutto andò per il meglio, senonché, durante la cerimonia nuziale, al testimone della sposa saltò via la fibbia di una scarpa e si conficcò nell’ orecchio del gran ciambellano per cui … ma questa è una storia diversa, ve la racconterò un’altra volta.

Un caro saluto e alla prossima da Vittoria!

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