Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi
Questa è la storia di Tarta -Ruga e Cardel -Lino che si conobbero un giorno di settembre in un grande giardino ombroso, pieno di cespugli e con un enorme albero di prugne in mezzo. Proprio da un ramo dell’albero si sporse Cardel – Lino, in un tardo pomeriggio, per capire che cosa fosse quel grosso sasso marrone che sembrava muoversi sotto una robusta pianta di rosmarino.
Cardel- Lino era molto curioso per natura, per cui decise di scendere dal ramo e verificare da vicino quella cosa misteriosa. Atterrò sul sasso con le sue zampette appuntite e per poco non finì a piume all’aria per uno grosso scossone improvviso mentre un’inaspettata voce, rauca e sonora, sembrò provenire proprio dal sasso: “Ahia, ma sei impazzito? Scendi subito dalla mia schiena!”. Cardel -Lino si rimise a svolazzare confuso, a zampe in aria, e si accorse che il sasso aveva una testa che sporgeva sul davanti, rivolta verso di lui con aspetto poco amichevole. “Ma chi sei? – cinguettò spaventato – un sasso parlante?” “E tu sei un asino volante! – rispose l’altra voce – Sono Tarta -Ruga, la padrona del giardino!” Cardel -Lino restò senza parole, per una volta, poi si riprese: ”Scusa Tarta – Ruga, ti avevo scambiata per un sasso!”. Tarta – Ruga sollevò altezzosa la testa ma si addolcì leggermente e decise che, tutto sommato, non le dispiaceva un po’ di compagnia. ”Beh, non importa. Se vuoi puoi chiamarmi Ruga, tanto sono così vecchia che non mi ricordo neanche gli anni che ho!”. Cardel -Lino, abituato dalla madre ad essere molto rispettoso dell’età altrui, si sentì in dovere di essere gentile: ”Ma figurati, Ruga, hai un aspetto eccellente, solo qualche piegolina qua e là nelle zampe. Non ho mai visto una schiena tanto lucida e grande come la tua. Se vuoi ci facciamo un giretto insieme, e anche tu puoi chiamarmi semplicemente Lino!”. “Perché no – rispose Tarta -Ruga, che era sempre sola e si era stufata di annusare il rosmarino – Salta sul dorso, Lino, che ci guardiamo un po’ attorno!”. E fu così che Cardel -Lino e Tarta -Ruga se ne andarono insieme a caccia di insetti e di avventure. Spaventarono un po’ di farfalle, esplorarono qualche buco del giardino, piluccarono un po’ di fiori qua e là… E senza accorgersene superarono il recinto del giardino e finirono in un sentiero polveroso e pieno di sassi. Ttarta -Ruga si spaventò: ma dove siamo finiti, Lino? Qui non siamo al sicuro, sento dei rumori che non conosco!”. Hai ragione Ruga – disse Cardel -Lino, dobbiamo tornare indietro.”. Tarta – Ruga, che era bassa e non vedeva niente, non sapeva più dove andare. Quasi quasi, se non fosse stata così vecchia e in apparenza saggia, si sarebbe messa a piangere. Ma Cardel -Lino che era giovane e leggero, non si perse d’animo: si sollevò al volo dal dorso di Tarta -Ruga e cominciò a guidarla dall’alto: “Su di qui, Ruga, giù di là, volta a destra, scendi a sinistra!” Ed ecco, finalmente profilarsi l’albero di prugne e l’amato cespuglio di rosmarino … Erano a casa di nuovo, finalmente! Tarta – Ruga sbadigliò, Cardel-Lino trillò e il giardino come sempre si addormentò per la sera. “Ciao Ruga! Cinguettò Cardel -Lino. Non sono poi così asino vero?” Ruga pigramente, da sotto il rosmarino, sbadigliò: “Tu non sei un uccello asino e io non sono poi così vecchia e saggia!”.
Un caro saluto e alla prossima da Vittoria!