la partita vista dal Ciffo
In italiano “bella fatica!”: si dice quando uno fa una bella cosa, ma facilitato, cioè senza faticare più di tanto. A me “bèla fadiga!” scappa detto (tra me e me!) quando, in bicicletta, mi sorpassa bel bello uno con la pedalata assistita. E m’è scappato detto anche dopo questa vittoria del Mantova sull’Alessandria, fanalino di coda a un punto. Intendiamoci: non che i nostri eroi non abbiano fatto alcuna fatica, ma, 1. sono stati favoriti subito, all’inizio, da una splendida autorete, e 2. dopo qualche tentativo di raddoppiare se la sono presa comoda, con la solita “costruzione dal basso” che, sento e leggo, comincia a stufare. Il buon telecronista ha paragonato il Mantova al “gatto che gioca col topo” e la Gazzetta scrive di “ipno-zona”, “per l’effetto stordente che alla lunga ha sugli avversari, tattica che funziona eccome”. Ma, e con la Triestina? Insomma, staremo a vedere: vedarém ben bèla.
Il primo gol al 3’. Galuppini (1) stoppa come si deve un lungo lancio di chissachi e (2) crossa basso per Maggioni che si precipita sulla palla con tale Nichetti: ne esce uno splendido pallonetto sul quale niente può il valoroso Liverani. (clicca sul disegno per ingrandirlo)
Mi manca il tempo per disegnare tutto il resto del primo tempo: occasioni, un gol di Monachello annullato per fuorigioco e un rigore-contro schivato…
Il bellissimo raddoppio all’11’ del secondo tempo: Fiori, servito da Trimboli, parte in tromba, in vista dell’area (1) svolta a destra e (2) ti sfodera un tiro-gol alla Del Piero che s’infila sotto l’angolo. (clicca sul disegno per ingrandirlo). Fiorin fiorello ripeterà il “numero” bello un po’ dopo, ma con tiro appena alto.
Al 23’ circa l’occasione alessandrina definita “colossale” dal telecronista. Redolfi non riesce a testeggiare un cross che spiove in area, petto di Pagliuca figlio (1), svelto a girarsi e a sinistreggiare (2), per fortuna nostra fuori d’un pelo. L’è andada ben e sperém ch’ la düra. (clicca sul disegno per ingrandirlo)