Milva
“Dedicato a Milva da Ennio Morricone”, 1972 (Ricordi)
Pop/Italia
di Paolo Pisi
“Con questo titolo, da me deciso, ho voluto onorare le qualità di Milva come cantante e come interprete. Chi segue il mio lavoro non superficialmente, sa quanto io creda alla voce umana come al più significante suono tra tutti i suoni. La voce di Milva, con la sua popolaresca tensione, con la sua raffinata interpretazione, con il suo calore dolce e forte, rappresenta per me uno dei momenti più alti del mio ideale di cantante (non solo di canzoni). La dedica ha quindi il significato di un semplice omaggio di uno dei tanti ascoltatori che la ammirano e che, guarda caso, stavolta, ha composto, strumentato e diretto i temi dei films dai quali sono state tratte le canzoni di questo disco.”
Ennio Morricone scrive così, sul retro della copertina il motivo per cui viene inciso questo disco, composto da 12 tracce in cui Milva canta brani tratti da famose colonne sonore composte dal Maestro stesso, qui nelle vesti anche di produttore e arrangiatore.
Milva ha già attraversato tutti gli anni sessanta ed è una delle cantanti più apprezzate: ha una voce da contralto duttile e potente e non cerca il successo solo con le canzonette facili; anzi, si avvicina alla recitazione in teatro e anche qui non sceglie quello leggero, ma si affida a Giorgio Strehler diventando in breve tempo una delle maggiori interpreti del repertorio di Bertolt Brecht, arrivando ad esibirsi nei maggiori teatri di tutto il mondo.
Le notizie spicciole su Milva ed Ennio Morricone le trovate su Wikipedia, ma il disco pietra miliare della settimana è comunque veramente unico e prezioso come testimonianza di un incontro unico fra due artisti internazionali: una delle più grandi voci della canzone italiana e uno dei più importanti compositori di colonne sonore.
I brani svelano il genio del Maestro che passa con grande versatilità da arrangiamenti con orchestre di archi, a ritmi di bossa nova con batteria e strumenti a corde, da creazioni quasi di musica classica e sinfonica a struggenti ballate pop, terreni fertili per essere esaltati dal particolare timbro e dalle mostruosi doti canore della “Rossa”, dai vocalizzi al profondo vibrato.
“La califfa”, “Metti una sera a cena”, “Questa specie d’amore”, “D’amore si muore” sono alcuni dei film da cui sono tratti i brani di questo grande disco da riscoprire.
Ah, non ci sono nè autotune né strumenti campionati al computer o elaborati da IA…
Buon ascolto.