SCINTILLE DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE. RICCARDO ZECCHINA A MANTOVASCIENZA

SCINTILLE DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE. RICCARDO ZECCHINA A MANTOVASCIENZA

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Per la ragione di cui è dotato, l’essere umano ha sempre amato vantare la propria superiorità rispetto a tutti gli altri viventi… ma se proprio un non-vivente ci stesse battendo al nostro stesso gioco? La domanda potrebbe sorgere spontanea dati i continui e ormai inarrestabili sviluppi che stanno avvenendo riguardo la famigerata IA, Intelligenza Artificiale. Tanti ne parlano, ma effettivamente pochi ne comprendono a pieno i meccanismi: così per sciogliere qualsiasi dubbio ha accettato l’invito di Mantovascienza Riccardo Zecchina. Direttore del Dipartimento di Computing Sciences e professore ordinario di Fisica Teorica presso l’Università Bocconi di Milano ha conseguito il dottorato in Fisica Teorica presso l’Università di Torino sotto la guida di Tullio Regge. Nel 2016 ha ricevuto il Lars Onsager Prize della American Physical Society e nel 2011 un Advanced ERC grant; attualmente si interessa delle relazioni tra fisica statistica, computer science, machine learning, teoria dell’informazione e neuroscienze computazionali. Nel suo intervento, oltre a trattare dei sistemi tecnologici sui cui si basano queste invenzioni, approfondirà anche l’impatto che l’IA sta avendo e avrà sulla nostra società. Queste sperimentazioni, che hanno una loro origine negli anni ’50, benché abbiano raggiunto risultati rilevanti principalmente negli ultimi decenni, vengono già utilizzate per migliorare la produttività di alcune aziende, con immediati benefici economici. Eppure molti filosofi, ed anche scienziati stessi, sono estremamente allarmati dagli effetti negativi a lungo termine che queste intelligenze autonome potrebbero causare, temendo che possano arrivare a rendere inutile la presenza dell’uomo nello svolgimento di diverse attività. Prima tra tutte urge la necessità di stilare un regolamento riconosciuto a livello legale da tutti gli Stati affinché non ve ne sia un uso indebito, ad esempio nel campo militare. L’Unione Europea si è posta come termine ultimo entro cui disporre una legislatura apposita la primavera del 2024; non si prevedono interventi per le applicazioni a rischio minimo (come videogiochi e filtri anti-spam) mentre saranno predisposti divieti sempre più stringenti per quelle a rischio limitato (come chat bot), alto (come la valutazione delle prove in tribunale e la chirurgia assistita da robot) e inaccettabile (come tutto ciò che costituisce una “chiara minaccia per la sicurezza, i mezzi di sussistenza e i diritti delle persone”), che sarà totalmente vietato. Come orientarci in questo intricato dibattito? Prima di poter formulare un’opinione è fondamentale informarsi e cosa può esser meglio di farlo con esperti che ne conoscono ogni minimo chip?

Come l’intelligenza artificiale assume un ruolo centrale nella nostra società?

È un facilitatore di nuove scoperte, sia in campo scientifico–tecnologico sia in quello sociale; è uno strumento che potenzia le nostre capacità di analizzare i dati, di trovare nuove soluzioni, di creare collegamenti e anche di sostituirsi a noi, in parte, in alcuni lavori più ripetitivi. Offre grandi opportunità quindi influenza a 360° la nostra società, (dagli ospedali alle industrie, alla scienza, alla scuola, mille cose).

Proprio per l’importanza sempre maggiore che viene riconosciuta all’intelligenza artificiale anche nella quotidianità (penso a programmi come alexa, hey google, chatGPT), quali elementi critici emergono nel suo utilizzo?

Anzitutto bisogna sapere come funziona, bisogna che chi utilizza l’intelligenza artificiale sia cosciente di quali sono le sue potenzialità, cosa può offrire e cosa no. L’elemento critico quindi è utilizzare l’intelligenza artificiale pretendendo da essa cose che non può dare. ChatGPT non è una macchina intelligente in senso umano però è in grado di fare sintesi di informazioni in maniera estremamente utile per certe applicazioni specifiche. Se si tengono bene in mente quali sono i limiti della tecnologia, allora questa può essere usata in maniera fruttuosa. Per esempio, se uno utilizzasse l’intelligenza artificiale per fare lo screening di massa di tumore al seno o l’analisi automatica delle mammografie, questa è una cosa estremamente utile; se invece usasse Chatgpt per scrivere nuovi romanzi, la cosa non funzionerebbe.

In relazione all’AI come possiamo prepararci per il prossimo futuro? Ha qualche consiglio a riguardo?

Il mio consiglio, rivolto soprattutto ai giovani, è di imparare i fondamentali che stanno dietro l’intelligenza artificiale. Mi spiego: i sistemi di intelligenza artificiale sono estremamente complessi e bisogna conoscere la matematica, le teorie della computazione e della modernizzazione e molto altro. C’è un insieme di tematiche che uno deve conoscere, per quello non ci sono cortocircuiti, bisogna studiare i fondamentali; una volta che questi sono acquisiti, magari in un contesto interdisciplinare, ci si può specializzare, fare innovazione, essere insomma protagonisti dell’intelligenza artificiale senza subirla. Il mio suggerimento quindi è che per una certa fase della preparazione i giovani non dovrebbero specializzarsi ma concentrarsi sui metodi, sugli strumenti; una volta acquisite queste conoscenze, si può cominciare ad applicarle in base all’interesse.

[Alessia e Irene]

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