Alphataurus
“Alphataurus”, 1973 (Magma Records)
Prog-Rock
di Paolo Casisa
Cari amici di Radiobase, questa mia Pietra Miliare è abbastanza di nicchia poiché rappresenta idealmente gli Album di Progressive Rock italiano di debutto che alcuni gruppi fecero in tempo ad incidere, prima di sciogliersi per vari motivi. Nello specifico, questo Album omonimo che il gruppo milanese Alphataurus incise nel 1973 è uno dei più apprezzati dai collezionisti di tutto il mondo per il formidabile e ricco sound che la band riuscì a creare, anche grazie al suo blasonato produttore… ma cominciamo dall’inizio.
Gli Alphataurus nacquero a Milano nel 1970 sull’impetuosa onda della nuova Musica Progressiva che proveniva dall’Inghilterra: Michele Bavaro alla voce, Pietro Pellegrini alle tastiere, Guido Wassermann alla chitarra, Alfonso Oliva al basso e Giorgio Santandrea alla batteria. Il nome del gruppo fu scelto in omaggio alla stella Alphataurus della Costellazione del Toro. Il gruppo iniziò il percorso con un’intensa attività dal vivo, proponendo un repertorio di Progressive Rock inglese con brani, tra l’altro, di Genesis e Emerson Lake & Palmer che stimolarono la loro creatività per comporre brani originali cantanti in italiano.
Gli Alphataurus proponevano un Progressive Rock venato di Hard Rock, mescolando sapientemente le parti pesanti con morbidi passaggi acustici e melodici, facendo tesoro della bella e potente voce di Michele Bavaro e delle superbe tastiere di Pietro Pellegrini che scrisse le musiche di tutti i cinque brani presenti nel disco. Quando le composizioni furono ultimate, nel 1972 gli Alphataurus parteciparono ad alcuni importanti Festival italiani, e proprio a Palermo Pop ’72 furono notati da Vittorio de Scalzi dei New Trolls che si propose come loro produttore con la sua etichetta Magma. Così nacque l’album Alphataurus in cui tutti i testi fuoriuscirono dalla penna di Vittorio De Scalzi che però utilizzò lo pseudonimo Funky. Ovviamente De Scalzi portò in dotazione anche un pizzico del tipico sound dei New Trolls e questo si avverte in brani come Peccato d’orgoglio e Dopo l’uragano.
Questo album è considerato uno dei capisaldi del Prog italiano grazie ad un particolare amalgama stilistico che a tratti arricchisce l’Hard Prog con pennellate di blues, di jazz e di atmosfere spaziali. Dei cinque brani presenti, tre sono suite di lunghezza tra i 9 e i 12 minuti in cui il gruppo si espresse in tutta la sua complessità strumentale, molto belle sono La mente vola e Ombra muta.
Una splendida atmosfera epica è presente invece nel brano Croma che in pochi minuti condensa i fantastici suoni progressivi di tastiere che proprio in quegli anni si trovavano nei dischi di gruppi come Pink Floyd, King Crimson, Procol Harum, Barclay James Harvest, Caravan e tanti altri.
Nel 1974 gli Alphataurus si misero a lavorare al loro secondo album ma, solo dopo aver realizzato alcune tracce incompiute, il chitarrista ebbe seri problemi di famiglia e il gruppo purtroppo si sciolse.
In seguito i componenti si distinsero con altre collaborazioni: il tastierista Pietro Pellegrini ha lavorato con Riccardo Zappa, Premiata Forneria Marconi, Eugenio Finardi, Franco Battiato e Fabrizio de Andrè; il chitarrista Guido Wasserman con Drupi e con i Goad; il batterista Giorgio Santandrea con i Crystals e il cantante Michele Bavaro si inserì con successo nel mercato internazionale. I brani incompiuti del 1974 sono riemersi dalle nebbie del tempo grazie all’etichetta Mellow Records che li ha pubblicati nel 1992 col titolo Dietro l’uragano, ma la determinante mancanza di canto solista li rende comunque brani strumentali che, all’epoca, nell’intento originale avrebbero dovuto essere un’altra cosa.