Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi
C’era una volta, in un paese di cui ora non mi ricordo, uno strano ometto, che compariva in piazza solo per Pasqua, anzi la vigilia di Pasqua. Ogni volta, puntuale, alle 7 del mattino, spuntava un chioschetto a forma di uovo, tutto giallo, con la scritta: “ecco gratis il vostro uovo di Pasqua”. La cosa durava ormai da molti anni e la gente veniva da tutte le parti per trovare questo strano fenomeno. Dietro al bancone c’era un omino piccolo, con la testa a forma di uovo, una pancetta ovoidale, e due gambette che sembravano zampe di gallina. A parte l’aspetto piuttosto buffo, era un tipo simpatico sorridente e molto sveglio. E poi c’era una caratteristica nel suo modo di consegnare l’uovo (destinato solo ai bambini): l’ometto, che chiameremo Pasqualino, prima di scegliere l’uovo giusto chiedeva il nome del bambino a cui era destinato. “Come ti chiami?” “Rosa” diceva la bambina: ed ecco che Pasqualino sceglieva un bell’uovo incartato di rosa. “Io sono Pierpaolo” diceva un altro ragazzino e l’ometto, grattandosi un po’ la testa, gli consegnava un uovo grande il doppio, adeguandolo al doppio nome. “Io sono …” balbettava un bimbo un po’ timido; e subito l’ometto, sorridendo, completava: “Tu sei Angelo” e gli consegnava un bell’uovo tutto azzurro, con un paio di alette bianche in omaggio. La consegna durava per tutto il giorno e Pasqualino, instancabile, serviva tutti, anche i bambini che venivano da lontano per vederlo, mentre le uova, magicamente, continuavano ad affollare i ripiani dietro di lui. Poi, a mezzanotte, tutto spariva: ometto e baracchino svanivano per tornare poi l’anno seguente.
Quella volta si cui vi voglio raccontare, a metà mattina arrivò da un paese straniero un bambino un po’ diverso dagli altri. Si fermò davanti al baracchino di Pasqualino e disse:” Voglio l’uovo più grosso che hai, anzi li voglio tutti perché io sono il bambino più intelligente e più forte del mondo “Come ti chiami?” disse come sempre, senza scomporsi, Pasqualino. “Vladimir” rispose il bambino con fare un po’ prepotente. “Non posso certo darteli tutti – ribatté Pasqualino – però ne ho uno enorme che sembra fatto per te!”. E subito l’ometto si voltò e prese un uovo così grosso che quasi non usciva dalla porta, ben avvolto in una carta marrone e lucida. “Sei sicuro che è il più grosso?- insisté Vladimir- e che dentro ci sia una sorpresa altrettanto grande? Devo farlo vedere a tutti bambini del mio paese perché capiscano che io sono il migliore!” “Sta’ tranquillo, rispose Pasqualino – è proprio l’uovo giusto per te!”. Vladimir prese l’enorme uovo e se ne andò tronfio e soddisfatto, senza notare una strana luce negli occhi dell’ometto magico. Il giorno di Pasqua Vladimir radunò un sacco di bambini nella sua grande casa, fece deporre su un tavolo, ricoperto d’un bel tappeto rosso, l’enorme uovo, lo scartò con aria trionfante e…Zac! con un grande martello lo spaccò in due. Fu così che dall’uovo uscì un’enorme cascata di cacca puzzolente che ricoprì, con un bel risultato gocciolante, il non più sorridente Vladimir. “Piaciuta la sorpresa?” disse una vocetta festosa, che sembrava provenire da sotto il tavolo. E a tutti i presenti sembrò di intravvedere un ometto a forma di uovo che scompariva, svolazzando tutto allegro, fuori dalla finestra.
E quindi a tutte e tutti gli auguri di una sorridente Pasqua e alla prossima!
Da Vittoria