Le piccolissime storie di Maria Vittoria Grassi
C’era una volta un omino che regalava le parole. Il suo lavoro consisteva infatti nell’aiutare le persone che non trovavano i termini giusti per i loro discorsi o che non riuscivano a finire le frasi o che le sbagliavano… Insomma cose così: si trovava sempre al posto giusto e al momento giusto. Questo omino magico aveva inserito il suo indirizzo, con tanto di spiegazione, su un sito web e aveva aspettato le richieste: bastava cliccare sul nome (si chiamava Virgola) e lui interveniva immediatamente ogni volta che serviva.
All’inizio le persone erano diffidenti e nessuno lo chiamava, ma piano piano si era fatto una certa fama, soprattutto tra i ragazzi che, a volte, erano in difficoltà di comunicazione quando non si trattava di messaggini o faccette… Bastava un balbettamento o, meglio ancora, uno sguardo confuso che … Zac! Un tocco ed ecco che Virgola sussurrava all’orecchio la parola giusta o la frase appropriata. A volte capitava che ci fossero persone particolarmente scarse con le parole o timide ma Virgola non si spazientiva mai: “Beh, ecco, insomma, volevo dirti che, in qualche modo, per la verità, come dire, se si può …” balbettava un ragazzo che intendeva incontrarsi con la sua amata. Niente paura! Un tocco e Virgola interveniva: ”Senti, vorrei chiederti di uscire con me questa sera!”. Può sembrare semplice, certo, ma se le parole stentano a venire o arrivano pasticciate… possono avere brutte conseguenze. Se poi uno studente era incerto o rischiava di sbagliare una risposta Virgola addirittura poteva correggere: “Giacomo Leopardi ha scritto ..”No, no – suggeriva l’omino- non I promessi Sposi, devi dire “Il sabato del villaggio!” e lo studente rimediava ua sufficienza.
Il tempo passava e Virgola continuava a fare tutto contento il suo lavoro. Sistemava i congiuntivi sbagliati, correggeva le ripetizioni, a volte addirittura interveniva a correggere sul foglio testi un po’ scalcinati. Regalò parole suggerimenti e correzioni per molto tempo finché… Finché non cominciarono, sempre più spesso, ad arrivargli richieste che non voleva accettare: parolacce, frasi minacciose, lettere strane, insulti … Virgola cercò sulle prime di intervenire: cambiava gli insulti con parole più moderate, sostituiva le minacce con i consigli, ma le persone che aiutava non erano per niente contente e non lo cercavano più. Alla fine Virgola si arrese e lasciò che le persone si arrangiassero, balbettassero, gridassero e sbagliassero: Virgola non rispose più a nessuna chiamata e il suo nome sparì. Nessuno ne seppe più nulla e, quindi, se oggi a qualcuno manca la parola o non sa i congiuntivi deve ingegnarsi da solo e chi ama dire parolacce o insulti farà brutta figura per conto suo.
Un caro saluto e alla prossima da Vittoria