Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi ecco
C’era una volta una gatta che non era per niente soddisfatta di sé: sapeva di essere molto graziosa, con un bel pelo lucido e folto. Il colore era nero ma aveva una bellissima macchia bianca che le illuminava il musetto La casa in cui abitava era grande e i suoi padroni erano gentili e affettuosi e non le facevano mancare niente. E allora perché non era contenta? Il fatto è che guardava molto la TV, stando sul divano con la figlia della sua padrona e si era un po’ montata la testa. Vedeva spesso dei gatti prestigiosi comparire nella pubblicità, gatti anche meno belli di lei, che scorrazzavano e si pavoneggiavano davanti a magiche scatolette di pesce o che miagolavano melensi in braccio ai loro umani, facendo smorfie e leccandosi i baffi. E così, per l’invidia, cominciò a disdegnare il cibo che si trovava nella ciotola e a diventare scontrosa e supponente. Saltava continuamente in braccio alla sua padrona dimenandosi e miagolando, cercando di imitare i gatti della TV, si stiracchiava sulle poltrone sollevando voluttuosa le zampe e agitando mollemente la coda e mostrando i denti, sbattendo le ciglia come aveva visto fare a una diva del cinema tanto apprezzata dalla famiglia. I suoi sforzi però la rendevano così ridicola che i suoi padroni cominciarono a preoccuparsi. “La gatta sta male – diceva la figlia in ansia – non mangia quasi più e fa dei movimenti stranissimi!” “Sì – confermava la madre- ho visto anch’io! Deve anche avere un problema agli occhi perché li spalanca in modo strano e fa continuamente dei miagolii preoccupanti!”. Detto fatto la gatta si ritrovò nel trasportino in viaggio verso l’ambulatorio del veterinario. Aveva cercato di resistere alle insistenze delle padrone ma più resisteva più quelle si convincevano che avesse qualche problema. Dal veterinario si trovò ad aspettare vicino a molti altri trasportini con gatti, due gabbie di canarini e un cane molto nervoso. La nostra gatta si guardò un po’ intorno e si accorse che gli altri gatti erano tutti un po’ malconci: musi spelacchiati, zampette fasciate, atteggiamenti malinconici e preoccupati. A questo punto si vergognò di se stessa. Lei stava benissimo e a casa non le mancava niente, Anzi aveva fatto preoccupare inutilmente persone che le volevano bene. Il veterinario la visitò, le tastò la pancia, le esplorò bene la gola e gli occhi, scosse un po’ il capo e infine disse:” Non vedo nulla di strano però meglio controllare la sua dieta: niente più croccantini e solo cibo ben controllato e sano. Meglio quello senza troppo sapore e senza sale!”. Così alla fine la gatta si ritrovò a mangiare poco e male, con una marca di scatolette che sapeva di sapone da bucato. Però non si lamentò: sapeva di essersi meritata una punizione e sperò solo che passasse in fretta. “La gatta sta meglio – disse la padroncina – però non viene più vicino a me a guardare la TV!”. “Meglio così cara – ribatté la madre – ha capito meglio di noi quante sciocchezze ci costringono a vedere!”
Un caro saluto e alla prossima da Vittoria!