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Le allegre filastrocche di Maria Vittoria Grassi
- La storia d’oggi che vi racconto
- vi parla in rima di un principe Tonto.
- Era il signore di un vecchio castello
- un po’ cadente però molto bello.
- Quand’era nato ci fu una gran festa
- ma ahimè comparve una strega funesta,
- che per rancore o per vendetta
- Fece una cosa davvero scorretta.
- Lanciò un’oscura maledizione,
- frutto di antica superstizione:
- che quel bambino da grandicello
- avrebbe avuto poco cervello;
- sarebbe stato insomma un po’ tonto
- nella scrittura e a fare di conto.
- E fu così che purtroppo il neonato
- Principe Tonto fu poi chiamato.
- Crebbe e divenne un bel giovanotto
- anche se a scuola non fu mai dotto.
- Era di animo molto cortese
- Sempre modesto, senza pretese
- Riconosceva il suo grande difetto
- Però diceva “nessuno e perfetto!”
- Ma poi negli anni si sentì solo,
- senza un affetto, senza un suo ruolo:
- se avesse avuto una moglie vicino,
- anche se lento e un po’ tontolino,
- sarebbe stato ben più contento
- in quella vita un po’ da convento.
- Così pensava il principe Tonto
- ma camminando perdeva un po’ il conto
- e si trovò passeggiando bel bello
- proprio vicino a un ridente ruscello.
- E sulla riva seduta su un sasso
- una ragazza gli fermò il passo:
- non era bella ma neanche brutta
- e aveva in grembo una cesta di frutta.
- Tonto le chiese curioso chi fosse
- ma la ragazza neanche si mosse,
- però sorrise e gli fece capire
- che non poteva la voce sentire:
- poi glielo scrisse sopra un foglietto:
- “Essere sorda è un grave difetto!”
- “Ma scrivi bene! ” le disse re Tonto
- “E sai magari fare di conto?”
- Questa domanda lei la capì
- e con la testa disse di sì.
- Facile a dirsi ed a capire
- come la storia vada a finire!
- Perché la coppia poi si sposò
- e un grande sogno si realizzò:
- se la ragazza scriveva e contava
- anche re tonto si consolava.
- E come sempre va nei portenti
- “Vissero insieme felici e contenti!”
- Un caro saluto e un ciao da Vittoria