Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi ecco
C‘era una volta un maestro molto originale e pasticcione. E come se non bastasse i suoi genitori, per rinnovare il nome di un vecchio bisnonno di famiglia lo avevano chiamato Nerone.
Il maestro Nerone ben presto era diventato una leggenda nella scuola elementare in cui insegnava, anche se i suoi alunni lo apprezzavano molto e lo difendevano sempre quando gli altri lo deridevano.
Chi invece non lo apprezzava e anzi lo strigliava continuamente era il direttore didattico, il signor Polsofermo, che non mancava mai di rinfacciargli le sue stranezze. Certo, il maestro Nerone aveva dei comportamenti un po’ fuori dalla norma: quando faceva l’appello al mattino chiedeva chi fosse assente e dato che gli assenti ovviamente non rispondevano scriveva “Nessuno assente”. Spesso interrogava i suoi alunni in rima (e i ragazzi si divertivano tanto che erano diventati bravissimi con le poesie), oppure faceva lezione rispondendo alle domande dei ragazzi e non viceversa: così si adeguava alla curiosità e dagli interessi degli alunni e spesso, durante l’anno, non erano rispettati i programmi previsti dal Ministero e, ovviamente dal signor Polsofermo.
Spesso Polsofermo origliava dietro la porta della classe per controllare e quando sentiva parlare di vacanze, di corse nei prati, di migrazioni di uccelli o d genitori troppo severi, entrava e faceva una scenata … E se Nerone ribatteva che erano argomenti richiesti dagli alunni Polsofermo si imbestialiva ancora di più sbraitando che il programma di geografia era fermo ai laghi d’Italia da un mese e che quello di storia aveva saltato i re di Roma per occuparsi del Risorgimento. Nerone non si scomponeva gran che: allargava le braccia con un sorriso e diceva frasi senza senso come “Chi fa da sé fa per tre!” o “L’erba del vicino è sempre più verde!”. Polsofermo non sapeva che cosa rispondere e finiva per andarsene sbattendo la porta, con grande divertimento della classe.
Un brutto giorno però il maestro Nerone, uscendo come sempre distratto e in fretta dalla scuola, fu investito da un motorino che andava a tutta velocità e restò a lungo in ospedale privo di conoscenza. Quando finalmente guarì e tornò in classe era completamente diverso: segnava regolarmente le assenze, seguiva minuziosamente i programmi e non rispondeva più alle domande dei suoi alunni, anzi si spazientiva spesso e metteva note e votacci, cosa che non aveva mai fatto prima. I suoi alunni sopportavano avviliti e preoccupati cercando di coprire le sue esagerate reazioni e sperando di ritrovare col tempo il loro vecchio e piacevole maestro.
Il signor Polsofermo all’inizio fu contento del cambiamento: Nerone seguiva puntualmente i programmi, non divagava più, rispettava le regole e lo salutava sempre con rispetto senza dire frasi sconclusionate. In seguito, però, si accorse che, origliando come sempre, non sentiva più le voci allegre dei ragazzi: in classe nessuno rideva più, anzi spesso la voce di Nerone si alzava di tono minacciosamente e la lezione procedeva in modo noioso e ripetitivo elencando date, nomi, e dettagli inutili e minuziosi. Una volta addirittura, ascoltando dietro alla porta, Polsofermo si addormentò per la noia.
La situazione diventò sempre più preoccupante e Polsofermo decise che doveva trovare una soluzione per far tornare come prima il vecchio maestro Nerone che, scombinato com’era, adesso gli mancava: finalmente capiva quanto un maestro strano ma attento agli alunni e capace di aggiornare un po’ i soliti e ammuffiti programmi fosse raro e prezioso.
Pensò e ripensò e alla fine si convinse che qualcosa, dopo l’incidente, aveva bloccato il comportamento di Nerone, Ma cosa? Polsofermo indagò, domandò, consultò e venne a sapere che i medici, all’ospedale, avevano prescritto a Nerone un farmaco molto potente per recuperare e potenziare la memoria, farmaco che però Nerone avrebbe dovuto sospendere dopo un breve periodo. Ma, naturalmente, Nerone, distratto com’era, non aveva rispettato i tempi: continuava riempirsi di pastiglie e la sua memoria era tornata ai tempi in cui andava a scuola lui, quando i maestri erano severi, pieni di informazioni e molto rispettosi delle regole … anzi raddoppiava tutte queste caratteristiche.
Polsofermo, cosa davvero incredibile, un giorno convocò di nascosto tutta la classe che, per quanto diffidente, alla fine lo ascoltò con attenzione. Il giorno dopo, due ragazzi chiesero rispettosamente al maestro Nerone di accompagnarlo a casa per approfondire un argomento. Nerone, compiaciuto accettò e li intrattenne tutto il pomeriggio in una noiosissima lezione sugli Etruschi. Non si accorse però che uno dei ragazzi, di nascosto, aveva recuperato dal suo comodino il famoso farmaco e l’aveva portato con sé nel congedarsi. Due giorni dopo il maestro Nerone si dimenticò di segnare gli assenti e alla fine della settimana chiese alla classe come mai non gli facessero domande. Poi cominciò a infischiarsene dei programmi: sostituì la lezione sulla Groenlandia con una sui cambiamenti climatici e sostituì il re Assurbanipal con Garibaldi. Polsofermo, che origliava tutto raggiante, spalancò la porta della classe e urlò: “maestro Nerone, la richiamo al rispetto dei regolamenti!!”. Nerone lo guardò sorridendo e rispose: “Sette per otto cinquantasei”.
Polsofermo sbatté la porta tutto contento e la classe, all’interno, batté le mani.
Un caro saluto e alla prossima da Vittoria