Il principe dei fantasmi

Il principe dei fantasmi

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Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi

C’era una volta, tanto per cambiare, un principe di quelli classici: elegante e di bell’aspetto, coraggioso, affabile ecc. ecc. Abitava in un bel castello, un po’ isolato, circondato da boschi e colline. I suoi augusti ge nitori, come spinti da una premonizione, l’avevano chiamato Diogene, in memoria di un leggendario personaggio greco che girava sempre con una lanterna in mano per illuminare certe sue visioni filosofiche. Infatti, con gli anni, il nostro principe Diogene manifestò una speciale caratteristica: era diventato un principe saggio, intelligente, generoso ma… pretendeva di vedere spesso i fantasmi dei suoi antenati che arrivavano a fargli compagnia. Capitava, ad esempio che facesse apparecchiare la tavola per due persone in più, sostenendo che due trisavoli sarebbero stati presenti (soprattutto perché quel giorno la cuoca avrebbe servito la torta di meringhe di cui erano molto golosi).

Altre volte lo si vedeva giocare a carte con un invisibile antenato, il conte Scialacquone, che si era rovinato al tavolo di gioco e dopo secoli ancora non si dava pace. Quando poi si vedeva Diogene passeggiare per le lunghe gallerie degli antenati del castello tutti sapevano che stava facendo una specie di riunione di famiglia: conversava amabilmente con dame in abiti trecenteschi, discuteva di sanguinose battaglie con vecchi guerrieri di famiglia e invitava a cena o a fare una passeggiata qualche anziano trisavolo dall’aria triste.

Per tutto il resto il principe Diogene era socievole e apprezzato da tutti, in particolare dai servitori, che lo consideravano sì un po’ eccentrico ma molto simpatico, e anzi lo assecondavano nelle sue stranezze.: fingevano di salutare cortesemente ipotetici accompagnatori, preparavano sempre la tavola con qualche coperto in più e facevano accomodare su sedili e poltrone ospiti inesistenti.

Tutto continuò a funzionare tranquillamente finché, come sempre, arrivò anche per Diogene il momento di pensare al matrimonio. Diogene non se ne faceva un problema: era sicuro che non avrebbe avuto difficoltà a trovare una ragazza simpatica, intelligente e che, soprattutto gli volesse bene: ricca o povera, nobile o no, non gli importava. Per questo fece pubblicare un bando molto generico, invitando a farsi avanti  qualsiasi ragazza fosse interessata a un principe di buon carattere.

Naturalmente, il giorno stabilito ci furono parecchi arrivi: eleganti ragazze di note famiglie dei dintorni, modeste ragazze di campagna, giovani donne venute da lontano ecc. ecc,.

Fu quindi preparata una lunga tavola per il pranzo in comune, dopo che Diogene si fu amabilmente intrattenuto con tutte per fare un minimo di conoscenza. Quando fu il momento di sedersi, Diogene indicò tre posti vuoti all’estremità della tavola e disse: ”Carissime, vi presento la mia trisavola Sofonisba, scomparsa prematuramente due secoli fa, suo marito Sofocle, suicida per il dispiacere, e la loro nipotina Dolores che, purtroppo, li ha seguiti troppo presto. Rimarranno con noi oggi a festeggiare   e senz’altro saranno presenti quando una di voi diventerà la mia gentile consorte.

Nella sala ci fu un momento di assoluto silenzio. Lo sguardo delle ragazze passava rapidamente da Diogene ai posti vuoti… Quando capirono che non era uno scherzo ma un invito convinto ci fu un esodo generale: qualcuna balbettò una scusa, altre infilarono la porta di corsa … Rimase una sola ragazza: si chiamava Sibilla e abitava nel paese vicino. Era carina, un po’ timida e sembrava trasognata. Salutò rispettosamente i posti vuoti e disse: “grazie! Posso allora invitare anche i miei nonni? Li ho persi troppo presto e non ho potuto conoscerli bene …” “Ma certo” rispose tutto festoso Diogene, e fece preparare subito due coperti in più.

Come andò a finire la storia non ve lo so dire con precisione ma gli antichi libroni che ho consultato parlano di un matrimonio felice, con tante sedie vuote al momento della cerimonia e un banchetto di nozze con strani brindisi senza interlocutori.  Il seguito non possiamo saperlo!

 

Un caro saluto e alla prossima da Vittoria!

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